Photo: Chiara Canale
Nel corso dell’udienza di ieri, giovedì 3 marzo, sono emersi molti dettagli inquietanti sull’omicidio del giornalista Peter De Vries, giustiziato il 6 luglio scorso ad Amsterdam, mentre si allontanava dagli studi televisivi dell’emittente RTL.
Il procedimento contro i due sospetti, Delano G. e Kamil E., denominato Iraklia, non è stato ancora ampiamente discusso in termini di contenuto, tuttavia, sono state affrontate una serie di nuove questioni. Le conversazioni telefoniche decifrate mostrerebbero che Kamil E. avrebbe svolto un ruolo più importante di quanto non fosse apparso in precedenza.
Un Google Pixel Blackberry trovato nell’auto in fuga sarebbe stato precedentemente utilizzato da Kamil E. e Delano G. in una chat sulla pianificazione dell’omicidio, insieme ad una terza persona, dice AT5.
Nelle conversazioni, che sono già trapelate su Het Parool, i tre comunicano in modo diretto e, secondo il Pubblico Ministero, discutono di dettagli orribili sull’omicidio. Dopo l’omicidio, Delano G. racconta con entusiasmo al sospetto identificato come NN-*4229 come l’omicidio abbia avuto successo. “Fratello, ahahahah (..) proprio attraverso la testa e il corpo (..) davvero, è riuscito (..) è morto (..) kk morto”.
I verbali mostrano che Delano G. non si sia preoccupato affatto della folla: “Sprizzava tutto (..) quel sangue (..) tutti urlavano (..) non si muoveva più (..) c’era molta gente”.
Il Pubblico Ministero ha annunciato oggi che il DNA di Delano G. è stato trovato sul telefono: secondo l’avvocato di G., è stato costretto a commettere l’omicidio perché altrimenti sarebbe stato ucciso.
Anche il Pubblico Ministero ha presentato una richiesta per cambiare capo di imputazione al polacco Kamil E., sospettato di aver effettuato anche una seconda ricognizione preliminare il 23 giugno 2021. Quel giorno, secondo il tribunale, E. avrebbe seguito De Vries per studiare il suo percorso, dice AT5.
L’avvocato di Delano G., Ronald van der Horst, ha chiesto oggi la divulgazione delle 88 testimonianze che sono state incluse in forma anonima nel fascicolo. “Il file avrebbe potuto essere scritto da una persona. Semplicemente non lo sappiamo”, ha detto van der Horst. Secondo l’avvocato, è impossibile verificare l’attendibilità e le motivazioni delle dichiarazioni anonime di periti, agenti di polizia e testimoni. L’avvocato di Kamil E. concorda con la posizione del legale del coimputato.
Il Pubblico Ministero ha affermato che l’anonimizzazione dei testimoni è necessaria in caso di minaccia concreta; la corte prenderà una decisione definitiva al più tardi entro l’11 marzo.
Nella prima udienza pro forma del 18 ottobre Delano G. ha invocato il suo diritto al silenzio. Kamil E. ha negato di conoscere il coimputato, sostenendo di essere stato pagato 100 euro per effettuare un “servizio di autista”.