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Olandese, musulmana e modella: una serie tv sfida i pregiudizi

Una donna musulmana come modella o chitarrista in una band? Ormai, grazie alle serie tv in streaming un modello occidentalizzato impiantato in tradizioni non occidentali si sta normalizzando, cosi come persone di minoranze etniche sono sempre più protagoniste di serie pop. Una nuova serie dà spazio a personaggi non sono rappresentati in modo stereotipato: da alcune settimane, la serie online Katwalk, di NPO che parla di Khadija, musulmana olandese di Amsterdam West che vuole diventare una modella.

Questo, nella serie, porta a tensioni con i membri della famiglia, che preferirebbero vederla diventare un medico.  I produttori volevano raccontare una storia in cui i giovani olandesi biculturali potessero identificarsi. “Volevamo solo raccontare una storia su una ragazza “normale” con un velo, creativa, ambiziosa e con un sogno nel cassetto”, afferma la regista Salma Chafouk Idrissi a NOS. “Riceve critiche dalla sua comunità, ma non vuole rinunciare alle proprie norme e valori. Ci sono così tante ragazze musulmane nei Paesi Bassi che sono proprio così”.

Disney+ ha pubblicato Ms. Marvel, con il primo supereroe musulmano nell’universo Marvel: Kamala Khan è un’adolescente americana di origini pakistane che scopre di avere dei superpoteri. La serie ha ricevuto ampi consensi dalla critica per la sua riconoscibilità con una famiglia musulmana media. Kamala festeggia le vacanze  e ha dissapori con i suoi genitori proprio come tutti gli altri adolescenti.

Nello stesso anno, la serie We Are Lady Parts è apparsa sulla televisione britannica, su cinque giovani donne musulmane femministe di Londra che suonano in una ruvida band punk. La serie mostra la comunità in tutta la sua diversità. Ramy, apparso anche su Amazon Prime, parla della vita di un ragazzo musulmano di origine egiziana nel New Jersey. Mo può essere visto su Netflix, su un richiedente asilo palestinese in Texas.

La serie britannica We Are Lady Parts parla di cinque donne musulmane in un gruppo punk. Come mai questo cambiamento drastico e improvviso? Stando a Judith Naeff, arabista e docente all’Università di Leiden, la fine della Guerra Fredda ha spostato l’attenzione del mondo occidentali dai russi ai musulmani come “modelli negativi” ma 20 anni e più dall’11 settembre, sembra che le cose stiano cambiando:  ora, anche le persone di minoranze etniche cercano modelli “locali” che non facciano riferimento alla terra dei genitori e non siano, semplicemente, una trasposizione di modelli della società maggioritaria.

 

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