I nuovi requisiti linguistici introdotti dal governo potrebbero rendere l’obiettivo della cittadinanza olandese irraggiungibile per un gran numero di rifugiati: l’organizzazione Vlucthelingenwerk Nederland teme che possano essere tra i 50 e i 100 mila, compresi quelli futuri e le seconde generazioni. I nuovi target linguistici avrebbero un “effetto discriminatorio” che creerà inevitabilmente “futuri cittadini di seconda classe”, scrive l’organizzazione in una lettera infuocata ai deputati, come riporta RTL Nieuws.
Nei Paesi Bassi, ai richiedenti asilo che hanno ottenuto lo status di rifugiato viene dato un permesso di soggiorno temporaneo, valido per cinque anni, finché la situazione nel loro paese d’origine rimane insicura. Dopodiché, il rifugiato può ottenere un permesso di soggiorno permanente e decidere se rimanere nei Paesi Bassi. Per diventare cittadini olandesi, però, i rifugiati devono soddisfare alcuni requisiti per l’integrazione: circa tre anni di formazione su lingua, cultura e storia olandese, seguiti da esami (inburgeringsexamen).
Nel nuovo “parere per l’esame di naturalizzazione”, il governo avrebbe alzato l’asticella linguistica: “quello che il gabinetto vuole fare ora è rendere il requisito linguistico per la naturalizzazione più complesso dei criteri necessari per l’integrazione” denuncia un portavoce di Vlucthelingenwerk Nederland.
“La stragrande maggioranza dei rifugiati – continua il responsabile – improvvisamente non soddisfa più le condizioni per ottenere la cittadinanza olandese. I rifugiati hanno già sostenuto esami linguistici ma per loro le regole del gioco cambiano improvvisamente”. Oltre al suo significato emotivo, la mancanza della cittadinanza olandese ha anche una grande influenza negativa sulle possibilità di trovare un lavoro e sulle questioni pratiche – viaggiare all’estero o stipulare un’assicurazione – che rendono difficile la vita e l’integrazione nei Paesi Bassi.