No tagli economici per donne dal parrucchiere? E’ discriminazione di genere

Foto di Engin_Akyurt da Pixabay

Quante volte abbiamo avuto modo di riscontrare che essere uomini è decisamente un colpo di fortuna, quando si tratta di tagliarsi i capelli? Le tariffe sono normalmente diverse, per una serie di motivi sui quali probabilmente nessuno si è soffermato troppo a ragionare.

In realtà qualcuno che l’ha fatto c’è: il comitato diritti umani College voor de Mensenrechten si è pronunciato su questo argomento, definendo l’atteggiamento di alcuni saloni come discriminatorio.

Una donna, cliente delle catene Toni & Guy e Wave International Hairstyling, ha lamentato una differenza basata sul genere nel trattamento dei clienti nei suddetti saloni. Secondo entrambe le società, le differenze di prezzo sono motivate dal fatto che, tendenzialmente, i trattamenti rivolti alla clientela femminile sono più estesi e dispendiosi in termini di tempo rispetto a quelli rivolti gli uomini, di conseguenza i prezzi risultano essere più elevati.

In seguito ad un’analisi dei trattamenti offerti ad entrambe le fasce, il comitato di controllo ha notato la presenza di un ventaglio di opzioni più vario per gli uomini, che possono scegliere delle tariffe base o più costose, rispetto alle donrne che invece hanno scelte molto più limitate. Il compito del College voor de Mensenrechten, infatti, è quello di valutare se i reclami ricevuti vanno effettivamente contro le leggi olandesi sulla parità di trattamento. Ovviamente, è prevista la possibilità di attribuire prezzi diversi per servizi che differiscono in termini di durata e contenuto; quanto viene contestato è la mancata libertà per gli utenti di sesso femminile di accedere ai servizi meno costosi.

Sono molti gli indicatori per misurare l’effettiva parità dei sessi in una società.  Il prezzo del parrucchiere di per sé può sembrare insignificante ma, vista nell’ottica del comitato di controllo, la limitazione della libertà di scelta del trattamento affonda le sue radici nei canoni estetici a cui la donna si trova a dover sottostare. Questi canoni, essendo interiorizzati da tutti gli individui, vengono dati per scontati e utilizzati in qualsiasi tipo di interazione sociale, anche la più banale. Vale la pena, quindi, analizzare da vicino anche questi atteggiamenti che, nel loro piccolo, contribuiscono a creare disparità.

Secondo il College voor de Mensenrechten, il fatto che per le donne non sia prevista la possibilità di scegliere trattamenti meno costosi e più semplici, indica una disparità e una discriminazione di carattere sessuale. Partendo da questo presupposto, il comitato di controllo richiede che i due saloni in questione descrivano in maniera più dettagliata ciascuno degli elementi facenti parte dei trattamenti offerti, nonché le tempistiche per realizzarli, e che i prezzi siano applicati di conseguenza. Questo eviterebbe fraintendimenti sulla possibilità di usufruire dei servizi da parte di entrambi i sessi.

Tuttavia, l’azione del College voor de Mensenrechten non è legalmente vincolante, sta quindi alla discrezione dei parrucchieri decidere se seguire le linee guida dettate dal comitato di controllo, se non altro per evitare altri reclami che potrebbero offuscare il nome del brand agli occhi di molte persone.

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