Quasi un quarto dei lavoratori stranieri sta considerando l’ipotesi di lasciare l’Olanda a causa del coronavirus, secondo un nuovo sondaggio. Tuttavia, tre su cinque dice di non sapere di nessuno che sia effetivamente partito.
Il sondaggio, effettuato dalla Piattaforma consultiva della comunità internazionale verso la fine del 2020, voleva stabilire l’impatto del coronavirus sulla comunità internazionale. In totale, 2.350 persone hanno partecipato da 104 nazioni diversi.
Anche se la maggior parte non sapeva di qualcuno che avesse lasciato il paese, l’impatto del virus sui lavoratori internazionali è notevole. Circa il 65% degli intervistati si preoccupa dell’effetto della pandemia sul loro reddito. Tre su dieci dicono che il loro posto di lavoro è a rischio, ed il 9% l’ha già perso.
I tagli ai posti di lavoro
Parecchi grandi datori di lavoro per immigrati in Olanda hanno già annunciato che taglieranno il numero di posti: Booking.com, per esempio, sta licenziando centinaia di persone ad Amsterdam, ed Uber ha detto lo scorso giugno che ridurrà il numero di impiegati della loro sede centrale olandese.
Anche Shell ha comunicato all’inizio dell’anno che eliminerà 900 posti di lavoro in Olanda. La Heinenken ha riconfermato la settimana scorsa che taglierà 300 posti di lavoro ad Amsterdam, riporta NOS.
Inoltre, anche le grandi banche d’Olanda stanno diminuendo le dimensioni delle loro squadre d’operazione.
La salute mentale dei lavoratori
L’incertezza della situazione sta avendo un impatto anche sulla salute mentale dei lavoratori stranieri: tre quarti degli intervistati ha risposto dicendo che l’impatto del coronavirus è visibile.
In più, stando in Olanda durante la pandemia è stata particolarmente difficile per le persone che sono arrivate da relativamente poco e che non hanno ancora un sostegno sociale.
L’impatto sulla salute mentale dei lavoratori che hanno partecipato al sondaggio è un dato che fa preoccupare. Questo è vero soprattutto per il 15% che non sa dove rivolgersi per trovare aiuto, dice la consigliera della Piattaforma consultiva della comunità internazionale Deborah Valentine.
“Solo il 2% di persone hanno risposto confermando di aver aiuti dai datori di lavoro, e questo è una cosa di cui dovrebbero occuparsi gli uffici delle risorse umane.”
Nostalgia di casa
Un altro problema grande è la nostalgia per gli amici e la famiglia, causato dal blocco dei viaggi internazionali dall’inizio della pandemia. Infatti, più di un quarto degli intervistati ha detto di essere preoccupato per le loro famiglie e i loro amici a casa.