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NL, la condivisione di dati personali su internet potrebbe diventare reato

Il ministro ad interim Ferdinand Grapperhaus della Giustizia e della Sicurezza ha presentato una proposta legislativa per rendere il doxing – condivisione di dati personali o privati (come ad es. nome e cognome, indirizzo, numero di telefono etc.) o altri dati sensibili riguardanti una persona, di solito con intento malevolo – un reato punibile.

Secondo il ministro, il doxing è diventato troppo facile con l’ascesa di Internet e dei social media ed è giunto il momento di rendere più semplice affrontare questo tipo di minaccia.

“La facilità con cui alcune persone pensano di poter intimidire diffondendo informazioni private su altri è più che oltraggiosa. Supera la linea del lecito. I nostri agenti di polizia sono ostacolati nel loro lavoro e gli scienziati non possono più parlare liberamente”, ha detto Grapperhaus. “Spesso intere famiglie non si sentono più al sicuro a casa, le persone non osano più uscire ed essere se stesse”.

Molti comportamenti intimidatori come minacce e stalking sono già punibili dalla legge. Ma in pratica, il doxing spesso non può essere perseguito perché non c’è una minaccia espressa, o un’invasione sistematica della privacy della persona interessata. Il disegno di legge di Grapperhaus mira a cambiarlo. “Questo supera davvero il limite e dobbiamo modificarlo per rendere più chiara la materia nella proposta di legge”, ha detto.

Secondo il disegno di legge, le persone ritenute colpevoli di doxing rischieranno fino a un anno di carcere. Questa misura sarà attuata per evitare la condivisone di dati personali con l’intento di intimidire o causare seri problemi ad un’altra persona. E quindi ostacolarla nello svolgimento delle proprie funzioni o professione.

Il disegno di legge prevede un’eccezione per i giornalisti e gli informatori che divulgano dati di interesse pubblico, poiché l’intenzione di questa divulgazione non è intimidire gli altri ma divulgare notizie o abusi.

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