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Nel documentario My Rembrandt, incentrato su una serie di eccentrici collezionisti ossessionati dal venerato artista, la regista olandese Oeke Hoogendijk “dipinge” i suoi soggetti con un freddo scetticismo.
Il magnate americano Thomas Kaplan possiede undici pezzi del genio olandese. “Ecco la mia ammissione”, dice, raccontando il suo acquisto di Study of an Elderly Woman in a White Cap. Si appoggia con fare cospirativo e confessa di baciare dipinto quando lo vede “in carne e ossa”.
Lussuria, avidità, invidia e orgoglio animano personaggi come Kaplan, Jan Six, un mercante d’arte olandese che spera di autenticare un nuovo quadro acquistato all’asta, e il barone francese Eric de Rothschild che decide di vendere due quadri a grandezza naturale per aiutare il fratello a pagare le tasse, scatenando una dura battaglia politica tra il Rijksmuseum e il Louvre.
Il film segue anche l’aristocratico mercante d’arte olandese Jan Six, che sembra essere sulle tracce non di uno, ma di due “nuovi” quadri di Rembrandt. Questo snervante viaggio di scoperta sembra essere la realizzazione del suo più grande sogno d’infanzia. Ma quando viene accusato di aver violato un accordo con un altro mercante d’arte, il suo mondo sembra sul punto di crollare.
My Rembrandt raggiunge il proprio apice quando cerca di conciliare il lento e attento restauro dell’opera d’arte con la grossolana e immediata gratificazione per l’acquisto di oggetti così rarefatti.