di Antonio De Sortis
A partire degli anni Sessanta il continente europeo inizia lentamente ad abbracciare modelli e consumi culturali d’importazione americana. L’espressione più vivace di questo processo è la neonata categoria dei teenagers, che provvede a diffondere e riprodurre il verbo del rock’n’roll.
In questo momento di esplosione della creatività, l’Olanda è ancora un paese defilato e perbenista; ciononostante, alcune testimonianze lasciano intendere che la Grande Storia della musica pop non sia rimasta indifferente alle vicende di Provos e compagni.
L’8 agosto 1964 i Rolling Stones suonarono per la prima volta al di qua della manica. Facile immaginare come il vecchio continente non fosse attrezzato per questo nuovo tipo di spettacoli: location la Kurhaus di Scheveningen, sul litorale di Den Haag, un hotel lussuosissimo con sala ricevimenti dall’aspetto più che paludato. Verrà messo a ferro e fuoco dagli astanti dopo circa venti minuti di concerto. Uno dei gruppi spalla a salire sul palco, prima della bolgia, sono i Motions, un quartetto di giovani beatniks che si ispira al Merseybeat e alla musica delle colonie orientali.
Maggio ’67: gli inglesi Tomorrow dedicano alle vicende olandesi la deflagrante “My White Bicycle”, sancendo così la rinnovata matrice psichedelica della musica alternativa europea. In soli tre anni molti canoni estetici sono stati completamente ripensati, e quando nel ’69 John Lennon e Yoko Ono, durante il celebre bed-in pacifista di Amsterdam, ricordano in un’intervista le rivolte giovanili dei Provos, quella stagione sembra ormai morta e sepolta. Cosa è successo nel frattempo?
Mentre altrove i primi segnali erano ancora lontani a vedersi, fra il ‘64 e il ‘67 l’emersione musicale in Olanda fu immediata e peculiare, tanto da guadagnarsi l’appellativo di Nederbeat. Le specificità delle vicende politiche e culturali delle varie città gettarono le basi per una scena rock’n’roll in qualche senso all’avanguardia e mai del tutto appiattita sugli stilemi di importazione anglosassone.
Nacquero così i Motions, esponenti dell’Indorock, i Q 65 e i Golden Earrings, campioni della scena di Den Haag, e più di tutti gli Outsiders, ribelli working class heroes targati Amsterdam e apripista del garage rock olandese.
Un lampo, quello Nederbeat, che ha brillato per tre anni appena, prima di assumere altre forme e ridurre la sua velocità. Sufficiente tuttavia a dare al resto del continente un assaggio della musica selvaggia, violenta e poco rassicurante che di lì a poco lo avrebbe invaso.