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Molti positivi tra i bambini ma loro non sono il problema: contagiano coetanei e non vaccinati

Il numero contagi è più alto che mai e, sorprendentemente, il virus colpisce soprattutto i bambini; con più di 20.000 infezioni tra i 5 e i 15 anni in una settimana, i più piccoli rappresentano una quota crescente del numero totale di test positivi. Com’è possibile ed è motivo di preoccupazione, si chiede NOS.

Susan van den Hof di RIVM, l’Istituto di statistica, è intervenuta ieri alla presentazione dei dati settimanali e ha registrato un enorme aumento tra gli studenti delle scuole primarie. Secondo lei, non è incredibile: “In parte è perché la pausa autunnale è finita in tutte le regioni. Inoltre, i bambini non devono mantenere le distanze e stanno insieme per gran parte della settimana, a scuola”.

Il fatto che gli under 12 non siano vaccinati gioca certamente un ruolo ma i bambini non sono il problema, dice l’esperta a NOS .  Non sono i bambini il volano di questa pandemia, sottolinea Van den Hof. “Il contagio degli adulti avviene, ma in misura molto minore perché i genitori e i nonni sono spesso vaccinati“. I dati sulle infezioni di ottobre  mostrano che i bambini sotto i 12 anni contagiano i coetanei e anche gli adulti non vaccinati.

Gli adulti vaccinati difficilmente si ammalano a causa dei bambini:  “Gli ospedali si stanno riempiendo perché troppe persone  non sono state vaccinate, non perché i bambini si infettano. I bambini non sono il problema”.

Nei bambini, il Covid si manifesta come un raffreddore e raramente ha conseguenze gravi.  Nonostante ciò, 120 scuole primarie sono state chiuse per una settimana o più nelle ultime tre settimane. E la metà delle scuole primarie ha recentemente mandato a casa una o più classi.

 

 

 

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