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Mocro Maffia, entra nel vivo il primo maxi-processo in Olanda

Maxi-processo Marengo: nove omicidi compiuti tra il 9 settembre 2015 e il 18 settembre 2019. Diciassette gli imputati. Un’attenzione mediatica senza precedenti per “un’organizzazione di sicari ben oliata“: così il pubblico ministero ha definito quella che è ormai nota come la Mocro-maffia. Una criminalità di nuova generazione che opera tra Paesi Bassi e Belgio, caratterizzata su base etnica.

I suoi spregiudicati membri hanno meno di 40 anni, sono nati nei Paesi Bassi da famiglie originarie del Marocco o di ex-colonie olandesi e sono attivissimi nel mercato della cocaina. Un caso nazionale e non solo, spesso definito un dramma sociale per una “generazione allo sbando”. Anche per la lentezza delle indagini – mai come in questo caso si è per anni brancolato nel buio – e la difficoltà dell’opinione pubblica olandese nel leggere il fenomeno.

Perchè Marengo?

In questi giorni il maxi processo si è di nuovo messo in moto. Ma a porte serrate. Marengo, il nome del procedimento, non si riferisce all’omonimo cavallo di Napoleone, ma è un colore e un tipo di stoffa che un computer ha scelto casualmente da un elenco di sostanze e materiali.

Del resto già in un processo per terrorismo nel 2015 tutti gli imputati sono stati chiamati in codice cioccolato, vaniglia o caramello soltanto perchè la lista da cui attingere era quella dei “sapori”.

Un’immaginazione meccanica per evitare le polemiche del passato sull’adozione di un nome invece che un altro. Considerando che la blindatissima aula dove si svolge il processo è chiamata De Bunker (in foto) non è detto che affidarsi all’intelligenza artificiale sia un male. O forse sì, perchè il computer non brilla certo per tatto: quando ha classificato Splendid un caso di femminicidio alcuni anni fa, un solerte funzionario è dovuto intervenire per modificarne il nome.

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Maxiprocesso rievoca alla mente del lettore italiano la memoria di quello palermitano a cavallo tra anni ’80 e ’90. E tanti infatti sono i p…

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