Author: Fabrice Florin License CC 2.0 / Flickr
L’insegnante di yoga Denise, 37 anni, sta vivendo un vero e proprio incubo in Messico, dopo che un trattamento legato alla sua attività, un antico rito di purificazione, avrebbe compromesso la sua salute facendola finire in coma. Secondo Rijnmond, che racconta la vicenda, la Rotterdammer di 37anni sarebbe partita per un “ritiro yoga” in Messico, della durata di 4 settimane, legato alla sua attività lavorativa. In Olanda, infatti, dirige un centro yoga e giusto il mese scorso si apprestava a trascorrere un ritiro di quattro settimane: ritirarsi per un po’ in un luogo remoto per lo sviluppo mentale o spirituale, attraverso lo yoga e la meditazione. Questo sarebbe stato l’obiettivo.
Qualcosa, tuttavia, non ha funzionato: durante un rito di yoga disintossicante che consiste nel bere due litri d’acqua tiepida e leggermente salata a stomaco vuoto, per poi rivomitarla, il suo esofago si rompe e il suo polmone collassa. Viene ricoverata d’urgenza in una clinica privata locale, subisce due operazioni e nell’immediato sembra che stia andando un po’ meglio. Quando la sua situazione peggiora di nuovo, la clinica locale non dispone delle strutture necessarie per prendersi cura della donna ma deve ordinare il trasferimento a Citta del Messico, non prima di pretendere il pagamento di 30mila euro per le spese mediche sostenute.
Denise non ha un’assicurazione di viaggio quindi tutto deve essere pagato di tasca propria. La scuola di yoga messicana paga il conto della clinica locale e l’assicuratore organizza un volo per Città del Messico; l’ambasciata olandese contatta un ospedale più grande per ricoverare la 37enne. Ma in terapia intensiva vogliono prestare assistenza solo se vengono trasferiti 20mila euro in anticipo: i costi di una notte in IC, spiega Rijnmond. La famiglia paga il conto e la compagnia Achmea offre garanzie all’ospedale, risparmiando il costo quotidiano anticipato di 20mila euro al giorno.
Possono pagare in seguito ma in ogni caso, senza saldo del conto le terapie verrebbero sospese. Per questo motivo, amici e conoscenti lanciano una campagna di crowdfunding che ha raggiunto la somma non indifferente di 80mila euro; tanti ma sufficienti giusto per coprire 4 giorni.
“L’ultima notizia è che è in ottime mani. I medici in Messico sono fiduciosi. I valori infiammatori stanno calando, è ancora tenuta in coma artificiale ed è attaccata al ventilatore, probabilmente per i prossimi tre giorni. Fluido e aria sono stati rimossi da dietro i polmoni. Le sue condizioni sono ancora critiche, ma ora stabili. Un’operazione aggiuntiva non sembra necessaria. I medici sperano che gli antibiotici e il riposo siano sufficienti per risolvere la maggior parte delle complicazioni”, dice il portale citando informazioni dei familiari.
La speranza è che Denise possa lasciare la terapia intensiva tra quattro giorni e a quel punto possa essere trasferita in Olanda, dove il costo delle cure sarebbe inferiore.
Questa vicenda drammatica sarebbe stata accentuata dal fatto che la donna non ha sottoscritto un’assicurazione privata aggiuntiva che coprisse anche emergenze di questo tipo. I familiari, oltre al danno, denunciano i commenti di odio sui social media contro di lei.