Il premier Mark Rutte si è scusato ieri, nel corso della Giornata commemorativa dell’Olocausto ad Amsterdam con la comunità ebraica, per le azioni del governo olandese durante la seconda guerra mondiale. “Ora che gli ultimi sopravvissuti sono ancora tra noi, oggi mi scuso a nome del governo per quello che il governo ha fatto allora”, ha detto Rutte.
Le parole, il primo ministro, le ha pronunciate nel parco di Wertheim ad Amsterdam. La colpa, secondo Rutte, sarebbe soprattutto da attribuire ai funzionari, mentre -dice Rutte- il governo avrebbe avuto posizioni discordanti sulla questione degli ebrei
“Spetta a noi, le generazioni del dopoguerra, continuare a commemorare, onorare i caduti, nome per nome “, ha detto il primo ministro. I Paesi Bassi non hanno ancora completamente chiuso i conti con il periodo buio delle deportazioni: solo 35.000 ebrei olandesi sopravvissero mentre 107.000 che furono deportati nei campi di sterminio furono uccisi.
Molti deportati furono costretti a pagare tasse non versate nel periodo della deportazione e molti dei loro averi vennero confiscati. Nel 2018, la compagnia ferroviaria olandese di proprietà statale NS ha dichiarato che avrebbe pagato un risarcimento ai sopravvissuti e ai familiari delle persone che ha trasportato nei campi di sterminio.
Mark Rutte ha cambiato posizione rispetto al 2012: allora, infatti, il premier dichiarò di non vedere motivo per scusarsi. Secondo le informazioni in possesso, avrebbe detto il primo ministro allora, non c’erano motivi specifici perchè il governo dovesse porgere scuse.