di Martina V.
La vicenda di Mitch Henriquez, il quarantenne arubano ucciso dalla polizia dell’Aja durante l’arresto nel corso di un festival musicale, e le proteste seguite alla morte, sembrano aver scosso profondamente le istituzioni cittadine.
Jozias van Artsen, sindaco di Den Haag, pur negando che il razzismo sia un problema strutturale della Nationale Politie, ha annunciato lo scorso fine settimana, le linee guida di un piano anti-discriminazione all’interno del Corpo cittadino.
La polizia di Den Haag dovrà così assumere più personale di origine straniera: non solo agenti, ma anche dirigenti. Per incentivare questo cambiamento, non sarà escluso il ricorso a “quote etniche”, mentre denunciare discriminazioni all’interno del Corpo diventerà più facile e sicuro.
“Finalmente le istituzioni riconoscono che all’interno del corpo di polizia esiste un problema di discriminazione” racconta a 31Mag Fatima Faid, consigliera comunale all’Aja eletta nella lista civica Haagse Partij “In questo momento gli agenti, soprattutto i dirigenti, sono in maggioranza maschi e bianchi, e questo influisce sulla cultura dominante nel corpo di polizia”.
Certo è che il sistema delle “quote” viene spesso criticato per il timore che le percentuali prevalgano sulle qualità. “Se i piani del Comune non riusciranno a facilitare il cambiamento, benvengano le quote.” prosegue la Faid “Il metro di valutazione per gli “allochtonen” dovrà essere lo stesso rispetto agli autoctoni. Non dimentichiamo, però, che non parliamo di prime generazioni, ma di quarte generazioni ossia di cittadini con livello di educazione ed un percorso professionale assimilabile a quello degli olandesi. Magari con i vantaggi, per i primi, del bilinguismo e della conoscenza di culture diverse”.
Cosa arriva prima: le quote o il cambiamento culturale? “Le due cose sono legate. Le quote non significano l’assunzione forzata di persone di origine straniera: è chiaro che devono essere accompagnate da un cambiamento culturale. Oggi gli “allochtonen” che entrano in polizia spesso lasciano dopo 2-3 anni, a causa dell’ambiente ostile. Non può andare avanti cosi. Ci vuole un sistema che agevoli le denunce per discriminazione all’interno, tra poliziotti e all’esterno, verso i cittadini, per costituire una buona base di cambiamento”.
Sono ancora tutti da chiarire, tuttavia, i criteri di questo ipotetico sistema della “quote etniche” dato che, in fin dei conti, di cittadini olandesi sempre si tratta. Chi è alloctono lo diranno solamente il cognome e il colore della pelle? “A Den Haag sono presenti 94 diverse nazionalità diverse, ma quando si parla di persone di origine straniera, allochtonen appunto, si pensa sempre a turchi e marocchini. Le quote dovrebbero abbracciare tutta la diversità e la ricchezza della città, per poterla eventualmente rappresentare”.
Ma annunci del sindaco a parte, insomma, l’unica certezza è che per entrare nella polizia olandese è necessario essere in possesso della cittadinanza, un documento riservato a chi, da almeno cinque anni consecutivi, risieda sul territorio olandese.