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La società olandese Van Oord si è difesa dalle rivelazioni pubblicate nel rapporto del Trouw e del consorzio giornalistico Read the Luanda Leaks documents
International Consortium of Investigative Journalists ICJ sostenendo che il progetto” è stato attuato in conformità con le norme in vigore a quel tempo, in linea con gli accordi stipulati con il governo dei Paesi Bassi e l’Angola su la base delle informazioni disponibili.”
Nel comunicato stampa, si legge ancora: “Il consorzio ha stipulato accordi finanziari con il governo angolano in merito ai pagamenti anticipati, come è consuetudine per questi tipi di grandi progetti infrastrutturali. Questi pagamenti anticipati sono stati effettuati in tre tranche a Van Oord e al partner del consorzio Urbinveste. Van Oord ha pagato parte di uno di questi pagamenti anticipati a Urbinveste in una valuta estera a una banca estera in modo che Urbinveste potesse pagare i fornitori dall’esterno dell’Angola. Questo pagamento è stato approvato dal governo angolano.”, risponde la società che è stata chiamata a chiarire un possibile caso di corruzione.
“Van Oord condanna la pratica degli sfratti forzati senza compenso e afferma che le persone che sono state costrette a lasciare le loro case in quel momento dovrebbero ricevere un risarcimento.”. In realtà, secondo l’ONU, la pratica degli sfratti forzati è una violazione dei diritti umani anche in caso di risarcimento.