Ci sono molti modi per raccontare la storia dell’Olocausto: le fotografie mostrano l’impensabile, la tecnologia presenta l’invisibile e i sopravvissuti parlano di cose che nessuno merita di subire.
La mostra Perspectives on the Holocaust – organizzata dal Jewish Cultural Quarter all’ Hollandsche Schouwburg di Amsterdam -sul parla dei vari modi di raccontare storie.
Punto di partenza fondamentale è un cortometraggio in cui tredici/quattordici sopravvissuti all’Olocausto raccontano in modo dettagliato il tempo trascorso in questi edifici.
Condividono i loro ricordi e le loro esperienze di attesa della deportazione, delle incertezze, dei tentativi di fuga e i loro coraggiosi sforzi per salvare gli altri. Parlano di esclusione, persecuzione e omicidio, ma anche di salvezza, sopravvivenza e accettazione delle loro esperienze di guerra.
I frammenti audio sono tratti da interviste registrate tra il 1995 e il 1998 nell’ambito del Progetto Spielberg condotto dalla USC Shoah Foundation.
Su due schermi più piccoli è possibile guardare tutti i duemila racconti di testimoni oculari delle cosiddette interviste di Spielberg che si riferiscono ai Paesi Bassi. Le interviste sono consultabili per parole chiave o per nome.
Accanto a queste testimonianze verbali, la mostra presenta il luogo in cui sono stati imprigionati gli ebrei olandesi: Bergen-Belsen.
Un panorama virtuale offre al visitatore un’esperienza della disposizione e dell’estensione del campo, mentre i documenti e gli oggetti del museo raccontano le storie personali di coloro che vi sono stati imprigionati.
Oltre a Bergen-Belsen, gli ebrei furono deportati anche ad Auschwitz, Sobibor, Theresienstadt e Mauthausen.
Quasi tutti gli aspetti dell’Olocausto sono stati documentati attraverso fotografie e filmati che includono immagini estremamente scioccanti della crudeltà e del massacro delle vittime. Nelle sue future esposizioni, il “National Holocaust Museum” dedicherà spazio ai luoghi in cui sono stati uccisi gli ebrei olandesi e al modo in cui questi crimini sono stati commessi.
Studiosi, curatori e ricercatori a lungo si sono interrogati sull’opportunità di proiettare immagini tanto atroci.
Quali questioni morali si presentano mostrando questo tipo di materiale? I visitatori sono invitati a partecipare a questa discussione. I risultati di questa ricerca determineranno come sarà concepita l’eventuale esposizione.
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 11:00 alle 17:00 ed è in programma fino a metà del 2020.