Sono molti i richiedenti asilo provenienti dal Sudan che sono stati rimpatriati negli ultimi anni. L’accordo per il rimpatrio forzato tra il Sudan e i Paesi Bassi risale a dieci anni fa, al 2011, riporta il NRC, nonostante il paese sia considerato non sicuro.
Questo accordo, infatti, prosegue nonostante le comprovate testimonianze di avvenute torture e maltrattamenti subiti. NRC, racconta la storia di Ali che, appena sbarcato nella capitale Khartoum da un volo KLM, è stato catturato dai noti servizi di sicurezza sudanesi NISS e torturato.
Gli agenti, immuni dalla legge, l’hanno interrogato, picchiato e percosso ripetutamente per giorni. Ciò che è successo a lui, è quello che molti dei richiedenti devono subire dopo il rimpatrio.
Ma secondo NRC, questo avviene mentre il servizio di immigrazione olandese (IND), come si suol dire, gira la testa dall’altra parte e ignora le prove delle torture.
Nel 2014 e nel 2018 i medici legali, tramite alcune fotografie, hanno confermato le testimonianze ciò che era successo a due sudanesi che erano stati espulsi: il NISS li avrebbe picchiati per, rispettivamente, 10 e 13 giorni, infliggendo ad entrambi lesioni, bruciature di sigarette e frustate sulla schiena e sulle braccia.
Nel 2018, il Segretario di Stato per l’asilo e immigrazione Mark Habers ha però ritenuto questi fatti ancora insufficienti per cambiare la politica.