L’Olanda costruisce il primo impianto di idrogeno “green” offshore. Una buona idea?

Tony Webster from San Francisco, California, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons

Aprirà per la prima volta una centrale per produrre idrogeno green in mare, nei Paesi Bassi: sarà situata a nord delle Isole Wadden, nel Mare del Nord, accanto a un parco eolico, e dovrà essere pronta per l’uso nel 2031. Il ministro Jetten, responsabile per clima ed energia ha optato per questa soluzione nella lotta al cambiamento climatico: durante la produzione di idrogeno green non viene rilasciata CO2, dice NOS.

In precedenza era stato annunciato che sarebbero stati costruiti due parchi eolici nell’area di Wadden. Uno continuerà a fornire elettricità, l’altro genererà elettricità per la produzione di idrogeno. “Con questo piano, diventiamo leader globali”, afferma Jetten.

Con la variante “green”, l’idrogeno non viene prodotto dal gas naturale, ma dall’energia solare o eolica: le molecole vengono scisse mediante la cosiddetta elettrolisi, che rilascia ossigeno (e non CO2). Questa variante è – tutt’ora- notevolmente più costosa. Esiste poi l’idrogeno blu, una variante intermedia in cui viene utilizzato il gas naturale, ma la CO2 viene poi immagazzinata nel terreno.

I piani per una centrale ad idrogeno in mare erano in fase di progettazione all’Aia da tempo e ora vengono accelerati, per contribuire alla transizione e alla riduzione delle emissioni. Sebbene l’idrogeno verde possa svolgere un ruolo importante nel ciclo della sostenibilità, soprattutto per l’industria, esistono degli aspetti da valutare: “L’intero sistema energetico deve essere il più efficiente possibile e molta energia viene persa”, afferma Kleijn a NOS. “L’idrogeno non è una fonte di energia, ma un vettore energetico. Quindi converti l’energia eolica e solo successivamente trasformi quell’idrogeno in elettricità. In questo processo perdi il 20% di energia due volte. Se usi direttamente l’elettricità, questo è molto meno .”

Inoltre, è necessaria anche una certa cautela, dicono gli esperti, perché non c’è ancora quasi produzione su scala industriale.

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