L’opzione “lockdown hard” ha generato reazioni diverse nella società: si passa dalla rabbia alla comprensione per le scelte del governo.
I più arrabbiati sono i commercianti: secondo InRetail, l’associazione di negozi che non vendono generi alimentari, “è un disastro”. Il portavoce Paul te Grotenhuis ha detto a NOS che la situazione è molto grave. Questo è il periodo più importante dell’anno, per il commercio. Ma i negozi sono tutti pieni degli stock di merce natalizia e non riusciranno a smaltirla.
Per le scuole la situazione è diversa. Avrebbero comunque chiuso nei prossimi giorni, in vista delle vacanze natalizie, perciò la perdita non è molto grave. Lo ha confermato Paul Rosenmoller dell’organizzazione delle scuole secondarie VO-Raad a NPO Radio 1. Il mondo della scuola, insomma, sembra comprendere la necessità di un nuovo lockdown. Non è lo stesso per tutti i tipi di scuola, però: in merito alle scuole primarie, per esempio, il governo sta ricevendo pressioni per anticipare le aperture di gennaio.
Per Boink, gruppo di interesse dei genitori con bambini piccoli, la chiusura degli asili nido è una sorpresa. La presidente Gjalt Jellesma ha detto che gli asili nido resteranno aperti per quei genitori che durante il lockdown continueranno a lavorare.
La chiusura degli asili nido, inoltre, si aggiungerebbe al carico di stress che grava sui genitori con un lavoro. Infatti, il lockdown richiede uno sforzo maggiore per lavoro e bisogni di bambini e adolescenti in casa.
Accelerate le attività dei parrucchieri: prima della chiusura tutti vogliono prenotare per un taglio di capelli.
Infine resta da chiarire se la chiusura di negozi non essenziali include anche la vendita online. Nel caso questa fosse autorizzata, la società postale dovrà lavorare di più. “Ci stiamo preparando a tutti gli scenari”