CULTURA

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Da ostello per migranti europei a laboratorio d’arte, le tante vite del Lloyd Hotel

di Silvia Granziero

Tra uffici e locali da serata, sulla Oostelijke Handelskade, c’è un edificio che è un pezzo di storia. Non solo di Amsterdam ma mondiale. E’ il Lloyd Hotel, fondato dalla compagnia di navigazione Koninklijke Hollandsche Lloyd nel 1916, che ne ha affidato la costruzione all’estro creativo dell’architetto Evert Breman.

Nell’ala che l’attuale Cultural Embassy dedica alle mostre, sono le pareti piastrellate di una cupa scala a raccontare la storia del Lloyd, in una piccola esposizione di fotografie e documenti. Un po’ sacrificata, tra signore delle pulizie in divisa e turisti che scendono e salgono, più o meno distrattamentente, dopo colazione, la mostra offre il documento di un giovane lituano disoccupato: il visto, c’è scritto in spagnolo prevede che con l’uomo viaggino anche le due figlie.

emigrants at Lloyd Hotel

Fin dalla sua apertura nel 1916, infatti, l’hotel è stato un alloggio per le migliaia di emigranti che dall’Europa orientale hanno fatto tappa ad Amsterdam per raggiungere quella che all’epoca era la Terra Promessa: il Sud America. Per il periodo è un progetto all’avanguardia, con tutti i comfort necessari a ospitare le più diverse categorie di europei in fuga verso una vita da ricominciare da capo dall’altra parte del mondo. La compagnia prevede anche un’ala staccata per la quarantena dei migranti e il check-up medico, oggi diventata un bar. Dalla banchina sul lato opposto della strada parte ogni tre settimane una nave carica di disperati diretta in America.

Dal 1921 il Lloyd smette di essere albergo per migranti di passaggio e diventa effettivamente albergo per viaggiatori benestanti e uomini d’affari. Ma non per molto: nel 1941 gli occupanti nazisti, sfruttandone la posizione all’epoca isolata, lo rendono una prigione; qui sono stati rinchiusi 150 partecipanti allo Sciopero di Febbraio. Ma il Lloyd Hotel ha vissuto altre vite: tra il 1965 e il 1989, è addirittura un riformatorio per ragazzi tra i 12 e i 21 anni, compresi quelli rifiutati per vari motivi dalle istituzioni private. Gli studi pedagogici degli anni Settanta portano a rinnovare gli ambienti, dipingendo le pareti di colori chiari e abbassando i soffitti, perchè la cupa atmosfera di inizio secolo deprime i giovani detenuti.

lloyd hotel

Un’altra tappa, prima della forma attuale hotel con la Cultural Embassy – fondati nel 2004 – vede lo stabile divenire uno spazio per creativi e fondazioni culturali per volontà del Comune di Amsterdam, che vuole evitare lo squatting: artisti e scultori si mettono al lavoro. La forma attuale è frutto di una gara voluta dal Comune per affidare lo stabile al miglior progetto che faccia dell’hotel un punto di riferimento culturale per il quartiere. Resta solo da chiedersi quale sarà la prossima trasformazione?

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