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L’Italia è un esempio, anzi no: sulla lotta alle mafie, il governo NL è bipolare

di Massimiliano Sfregola

 

In tanti hanno notato nei giorni passati quanto il governo olandese abbia le idee confuse sulla politica alla lotta alla mafia, almeno sul lato pubblico: nella stessa giornata, le istituzioni olandesi sono riuscita nell’impresa di prendere l’Italia come modello e il pomeriggio di nominarla come esempio da non seguire.

Tutto nello stesso momento, anche se a latitudini diverse del continente e con gradi di governo differenti.

Se i sindaci di Amsterdam Rotterdam scrivevano in una lettera inviata al parlamento di temere uno “scenario italiano” per la brutta piega che la situazione sta prendendo sul lato della criminalità organizzata in Olanda, contemporaneamente la  ministra della giustizia e il sottosegretario, erano in Italia in visita presso la loro omologa Cartaria, mercoledì scorso.

E non una visita qualunque: la missione, aveva il compito di valutare come funzionasse il regime duro per i mafiosi, il 41bis e e cosa di quella esperienza potesse essere importato in Olanda.

Le conclusioni entusiaste dei due rappresentanti del governo olandese, stridono non poco con quella frase “La cultura criminale e quella della violenza stanno assumendo un aspetto italiano”, riferendosi alla violenza di strada e al controllo del territorio da parte delle gang.

Ma insomma, l’Italia è un esempio da prendere oppure no? Come può lo stesso Paese essere nominato due volte nel giro di 48 ore, da parte delle istituzioni olandesi, una volta come esempio virtuoso e l’altra come esempio negativo?

Senza aver chiarito in maniera più definita cosa intendessero con “uno scenario italiano”, i sindaci delle due grandi città olandesi, che badate bene non sono politici ma rappresentanti del governo nell’architettura costituzionale olandese, lasciare aperte diverse interpretazioni.

Se si riferiscono all’Italia del periodo delle stragi, beh quel periodo fortunatamente è il passato. Se intendono in linea generale un’organizzazione che controlla il territorio, infiltra la politica, e si macchia di atti di violenza quotidiani magari possono aver preso un esempio giusto, ma anche in questo caso la situazione odierna non è simile a quella del periodo quando Cosa Nostra era più forte. Ah, Ma i sindaci si riferivano a Cosa Nostra? Oppure alla ndrangheta? O alla Camorra?

Insomma: proprio rappresentanti istituzionali, non politici populisti comunque, prima di inserire una nazionalità e fare riferimento ad un paese specifico, magari dovrebbero far capire esattamente cosa intendano perché l’impressione, leggendo il resto della missiva inviata al parlamento, è che tanto la  Halsema (sindaca di Amsterdam) e Aboutaleb (sindaco di Rotterdam) stessero parlando dei crimini compiuti dal clan Savastano e che i due credessero che la serie TV di Gomorra non è appunto una serie TV ma un documentario.

Ovviamente, nessuno sottovaluta quanto la mafia “silente” non sia tale ma abbia solo adottato un cambio di strategia. Ma da qui immaginare uno scenario italiano, che senza altri elementi in definitiva può solo far venire in mente il periodo buio delle stragi, decisamente ce ne passa.

Nonostante la violenza delle guerre tra clan che abbiamo avuto la sfortuna di vedere in Italia, teste mozzate fuori dai locali, giornalisti giustiziati in pieno giorno e stanze di tortura ritrovati dagli inquirente, non sono scenari italiani di oggi ma  olandesi. Il problema è proprio questo: una sindaca progressista, in una tra le città più progressisti al mondo, è un sindaco di minoranze etniche, quando commesso il più grave degli errori politici: loro, proprio loro, hanno nominato una nazionalità specifica senza una reale ragione per farlo.

Loro, proprio loro, che si sono sempre espressi affinché ci sia una società e non ci siano olandesi, turchi e marocchini, che non si paghi per colpe sociali e si venga esclusi a causa di stereotipi – e Aboutaleb, nato in Marocco, sa quanto triste sia che la mafia olandese venga etichettata proprio con un linguaggio di strada dispregiativo “Mocro” che che fa riferimento alla sua comunità di nascita. Come se i criminali della Mocro Maffia non fossero criminali e basta. Oppure, come se tra di loro non ci fossero persone di altre origini etniche-

A rendere la situazione persino più singolare, ci si mette il fatto che a Roma, parlare con la ministra italiana Cartabia, c’erano due ministri della giustizia olandesi di minoranze etniche: Dilan Yesilgoz e Franc Weerwind, rispettivamente ministra e sottosegretario alla giustizia nei Paesi Bassi.

Insomma: i rappresentanti del governo elogiano l’Italia, mentre i rappresentanti territoriali del governo la prendono come esempio negativo. Che senso ha tutto questo? A parte l’uscita infelice, una spiegazione c’è due punti l’Olanda sempre adottato una politica di doppio livello: dire a casa ciò che si vuol sentir dire a casa, dire fuori casa ciò che si vuol sentir dire fuori casa.

Così, se due ministri si fossero presentati a Roma dicendo, nella loro schiettezza olandese, che l’Olanda stava scivolando in uno scenario italiano, con buona probabilità il protocollo ministeriale sarebbe stato rotto; d’altronde, le relazioni istituzionali sono basate su formule consolidate che confermino da una parte buoni rapporti tra i paesi quando ci sono e in questo caso ci sono e dall’altra cerchino in qualche maniera di stimolare una cooperazione reciproca.

In Olanda però la situazione è diversa: i politici nazionali sono abituati a dover interagire con l’elettorato e uscite molto controverse, spesso e volentieri, vuoi anche la barriera  linguistica, non escono dall’alveo della discussione nazionale.

Questa vicenda, conferma quanto già abbiamo visto in altre situazioni, con il governo olandese che per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, nel Parlamento nazionale diceva peste e corna dell’Europa, poi andava alla Commissione Europea e improvvisamente diventava più europeista di tutti.

Questo certamente è un altro esempio della politica utilitarista sulla quale Mark Rutte (ma non solo) ha sempre basato  il suo agire: nessun orizzonte sempre e solo piccoli negoziati basati sull’opportunità del momento. Anche, se necessario,  sostenere una posizione e il suo oppsto su due tavoli diversi. Anche, se necessario, scongiurare uno scenario italiano per quanto riguarda la lotta alla mafia

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