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Le foto del dipinto di Vincent van Gogh rubato lo scorso marzo dal museo Singer Laren sono in possesso del detective Arthur Brand, l’Indiana Jones olandese. Esse mostrano il fronte e il retro del quadro, insieme alla prima pagina del New York Times del 30 maggio e una copia del libro Meesterdief di Wilson Boldewijn, scrive Brand su Twitter.
A private art detective investigating the case of a stolen van Gogh painting said he was sent photographs of the work, which was taken from a Dutch museum in March https://t.co/P2p0A6tGsF
— The New York Times (@nytimes) June 19, 2020
Meesterdief parla di Octave Durham, un ladro di Amsterdam che in passato ha rubato i dipinti di Van Gogh. Da quando il ladro è uscito dal museo Singer Laren con il dipinto nascosto sotto il braccio il 30 marzo, questo è il primo indizio dell’opera intitolata Giardino di primavera (Lentetuin, de pastorietuin te Nuenen in het voorjaar).
“Abbiamo una foto del retro. Questo è importante, perché la parte anteriore di un dipinto si può trovare ovunque su internet e si può copiare”, ha detto Brand in un’intervista con Omroep Max. “Non si può copiare il retro perché il retro di un dipinto mostra dove è stato venduto e dove è stato esposto. Sono etichette conosciute solo dai proprietari“. Per questo motivo Brand chiede sempre una foto del retro di un dipinto rubato. Ai criminali con cui è in contatto non ha chiesto nulla, ha aggiunto. “É una loro iniziativa che indica che sono dei professionisti”.
Brand ha avanzato anche alcune teorie sul perché una copia di Meesterdief sia inclusa nelle foto. “Potrebbero essere dei mitomani che hanno letto la storia di Octave e cercano di emularla”, afferma Brand. Potrebbe anche trattarsi di un messaggio per i possibili acquirenti, per incastrare Octave Durham che ha però un alibi di ferro o per lo stesso Brand.
Un indovinello o una provocazione a smascherare gli autori del furto mentre il mistero s’infittisce.