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Licenziata perchè incinta, il giudice le riconosce 10k euro di risarcimento. Ma pochi casi finiscono in tribunale

Contratti non rinnovati per una gravidanza: nonostante la legge lo impedisca, il fenomeno è molto diffuso in Olanda, dicono gli esperti a RTL Nieuws. I sistemi di discriminazione, davanti all’attenzione sociale sulla tematica non spariscono ma diventano più difficili da identificare. Eppure, come racconta l’emittente, alcuni casi riescono comunque ad arrivare in tribunale.

E così, nel Brabante, un’azienda ha dovuto pagare 10mila euro di risarcimento ad una donna, licenziata ingiustamente perchè incinta. Il non rinnovo di un contratto a tempo determinato non richiede al datore l’obbligo di motivazione e naturalmente, nel caso di una donna incinta, l’azienda non può indicare la gravidanza come motivo del non rinnovo anche se, nei fatti, questo fosse.

A sorpresa, nonostante la legge sia piuttosto chiara in materia, l’azienda sanitaria OOK Begeleiding ha indicato, tra le altre ragioni della non estensione, anche questa motivazione e l’ha messa nero su bianco.  Il giudice ha ritenuto che ciò costituisse una prova sufficiente per assegnare alla donna un risarcimento  di oltre 10.000 euro.

La società ha sostenuto che la gravidanza non fosse, in realtà, la ragione ma che il  licenziamento fosse al contrario dovuto alle scarse prestazioni lavorative della donna e che l’estensione del contratto, sarebbe stata coperta in larga parte dal congedo di maternità.

“Un uomo non sarebbe stato trattato in questo modo.” ha scritto il tribunale, dove ha specificato che anche solo riferirsi alla gravidanza è di fatto discriminazione. Pascal Besselink, avvocata senior sentito da RTL, conferma che i casi di licenziamento di donne in gravidanza sono molto difficili da far valere in tribunale perchè raramente espliciti. La ricorrente, infatti, deve di solito produrre una mole significativa di prove dalle quali si possa dedurre in maniera inequivocabile l’intento discriminatorio del datore di lavoro.

A Rotterdam, racconta ancora RTL, è finito in tribunale un altro caso: ad un’igienista dentale incinta non viene confermato il contratto dopo il periodo di prova. A causa della gravidanza la donna soffre di instabilità pelvica, che ha un impatto sulle sue performance lavorative e ne discute su Whatsapp con il suo datore che si mostra poco incline a voler proseguire il rapporto lavorativo per la condizione fisica della lavoratrice. Per il giudice, spiega il canale tv, tanto basta per dimostrare la discriminazione. 

Eppure, oltre alla beffa -la difficoltà di far valere questo diritto in tribunale- c’è anche il danno: i risarcimenti, di solito, sono piuttosto miti. Nel primo caso, infatti, la ricorrente ha ricevuto solo 10k e a fronte di 25k e richiesti e nel secondo caso, ancora in corso, sembra improbabile che vengano corrisposti i 50k e chiesti.

La questione sociale è seria perchè il problema della donna licenziata perchè incinta riguarda il 35% del totale. Eppure, ben pochi di questi casi arriverannno a sentenza.

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