I contagi stanno aumentando e il Belgio non è pronto ad affrontare una seconda ondata. Lo ha affermato venerdì l’epidemiologo Pierre Van Damme al Parlamento fiammingo durante la riunione del comitato per la gestione del coronavirus, come riporta vrt.
All’incontro era presente anche Boudewijn Catry dell’istituto sanitario federale Sciensano, che è sembrato più ottimista e meno critico. Carty ha esposto con chiarezza i punti dolenti della strategia belga, ma l’ha difesa almeno in parte.
“Riguardo alla prima ondata si potrebbe ancora dire che non lo sapevamo. E molti Paesi erano nella stessa situazione”, ma questa volta “non abbiamo scusanti“, ha detto Van Damme. L’epidemiologo ha parlato della poca efficienza nell’individuare i contatti avuti dai positivi e ha chiesto una comunicazione più chiara e mirata.
Alcuni settori, come quello degli eventi, potrebbero rimanere chiusi per un anno o un anno e mezzo. “Dirlo ci fa paura, ma devono saperlo fin da ora. Dovremo sostenere quei settori”, ha affermato Van Damme.
L’epidemiologo ha anche criticato il metodo di ricerca dei contatti, ma ha precisato che non c’è stato tempo per elaborarne uno nuovo. Tuttavia non si può attendere fino alla fine di agosto, quando si dice che il sistema sarà pienamente efficiente. “Temo che allora saremo nella seconda ondata, con conseguenze esponenziali”, ha detto Van Damme, aggiungendo che bisogna cercare un modo per ottenere risultati immediati.
“Stiamo perdendo troppo tempo. Il virus si sta riorganizzando e diffondendo in modo molto efficiente. Sta facendo l’opposto di quello che stiamo facendo noi”, ha detto.