di Mathijs Van Dijk
Chi, una volta nella vita, non ha subito la visita dei vicini, o peggio della polizia, a causa di una “festicciola” sfuggita di mano? Pensate cosa avreste evitato se solo aveste avuto la possibilità di fornire ai vostri ospiti un paio di cuffie e dare il via ad una festa (più) silenziosa?
Ve ne parlo perché, sembra che le serate Silent Disco stiano andando fortissimo in Olanda e sembrano essere diventate un must dei popup party di Amsterdam. Benché non sia assolutamente un concetto nuovo, le serate “cuffie in testa” sembrano essere ovunque e trasformano scuole e musei in perfetti clubs estemporanei. Se vivete in città, questo concetto non vi sarà nuovo, ma in campagna la storia è diversa.
Qualche settimana fa sono andato a trovare i miei genitori, che vivono a mezz’ora a est di Den Bosch, or “al di sotto dei fiumi” come direbbero gli olandese (e forse anche i leghisti?!?). Quella sera ho subito notato qualcosa che di certo le orecchie dei miei non notano più: il persistente BUM BUM di un festival techno in lontananza. Certo non era la prima volta che sentivo questo sottofondo, e mi sono stupito di me stesso quando ho pensato “Cos’è sto rumore?”. Anni di vita di città hanno abbassato il mio limite di sopportazione dell’inquinamento sonoro notturno? Credo proprio di sì, perché, davvero, non sentire quella giungla di toms e linee di bassi era davvero impossibile. La sola spiegazione che vedo è che questo sottofondo sia semplicemente stato assimilato e accettato dai vecchi come una parte del modo di divertirsi delle giovani generazioni. Non che voglia incoraggiare i miei vicini, e tutti i lettori di +31mag.nl, a darsi alla techno a tutto volume, solamente credo che divertirsi (e a volte fare rumore), sia parte del “vivere insieme” e sia necessario essere tolleranti.
Amsterdam è piena di feste ed eventi musicali. Gli organizzatori comprano permessi dal comune, che in parte decide a chi concederli anche in vista dei profitto che gli eventi portano. Ecco dove la silent disco appare un’arma intelligente per l’industria degli eventi: se la festa è silenziosa, si riducono o addirittura eliminano i rapporti con la burocrazia. Se non ci sono casse che fanno BUM BUM tutta la notte, il coinvolgimento del comune su queste feste quasi azzerato.
Per finire, gli organizzatori hanno anche il vantaggio di poter inserirsi in un mercato dove l’indossare cuffie in pubblico non è più un tabu estetico, anzi.
La questione è: “Cosa succederà alla febbre della “silent disco” nei prossimi anni?”. La risposta, credo dipenda dalle ragione per cui la gente in Olanda va e organizza queste feste silenziose. Sono interessati alle silent disco perché sono un “nuovo” concetto e quindi tra poco la loro infatuazione appassirà o perché questo stile interpreta perfettamente il modus vivendi delle città olandesi? Questa seconda interpretazione si lega in primis alla nostra sensibilità uditiva e a quella di certi vicini irritabili. Ma la silent disco ha anche altri vantaggi. In primis permette di bypassare la burocrazia e sdogana l’uso delle cuffie in serate sociali, entrambe dei trends che non scompariranno presto, credo. Per questo la mia scommessa è che le serate silent disco sono qui per restare.
L’Autore
Mathijs Van Dijk insegna olandese in terra belga. Dal suo osservatorio brussellese, che condivide con la compagna italiana e due gatti neri, Mathijs si tiene informato sull’attualità olandese mentre scopre ogni giorno un pezzetto d’Italia.