A inizio febbraio l’Allentown Art Museum in Pennsylvania ha annunciato che un’opera che si speculava fosse di Rembrandt è difatti sua. Mentre il quadro era sottoposto a un restauro, vari strati di vernice e pittura sono stati tolti, facendo così emergere il ritratto di una donna dalle guance rosee del 1632. La donna vestita con un delicato abito in pizzo è stata poi attribuita al famoso ritrattista olandese. Il suo valore è così passato da qualche migliaia di dollari a qualche milione. Non è la prima volta che un quadro di Rembrandt viene rivalutato. Come spiega Simon Dickinson infatti, “queste scoperte succedono piuttosto spesso. E le rivalutazioni, soprattutto dei dipinti di Rembrandt, avvengono di continuo.”
L’instabilità del mercato dell’arte è un qualcosa che gli esperti danno per scontato. Il caso più estremo fino ad ora registrato è successo tre anni fa. Ad un’asta si era presentato un quadro per qualche migliaia di dollari. Ma dopo un averlo restaurato, si era scoperto essere di Leonardo Da Vinci. È così poi stato rivalutato e venduto nel 2017 per 450 milioni di dollari. Ma mentre gli esperti trovano queste situazioni ordinarie, per il pubblico più generale queste rivalutazioni sono spesso sconcertanti. A differenza dell’arte contemporanea, dove i valori sono determinati dalla moda e dalla pubblicità del tempo, il mercato dei vecchi maestri dovrebbe essere statico. Perché quindi il valore dei quadri cambia così spesso?
Molti pittori sia italiani che olandesi famosi oggigiorno, erano altrettanto di successo al loro tempo. Rubens, van Dyck, Rembrandt, Canaletto e altri, erano così celebri da avere studi con dozzine di aiutanti che si occupavano di alcune delle commissioni. E così molti quadri venivano eseguiti dai pittori che lavoravano nello studio, e non dai grandi maestri stessi. Oltre a questo fattore, c’è da tener conto il fatto che molte persone del tempo non potevano permettersi i quadri dei grandi pittori. Per cui spesso ripiegavano su imitatori. Come commenta il rivenditore Johnny van Haeften, “C’è una battuta in proposito che gira da un bel po’. Si dice che Rembrandt abbia realizzato 300 quadri, dei quali 600 si trovano oggi in America.”
Ci sono stati molti casi simili a quello del quadro di Leonardo Da Vinci del 2017. Nel 2015 in New Jersey, ad esempio, un’asta aveva presentato un quadro del valore di 500 dollari. Il prezzo del quadro è salito poi a 870mila dollari il momento in cui due partecipanti dell’asta hanno notato che si trattava di un dipinto autentico di Rembrandt. O ancora, nel 2007 ad un’asta in Regno Unito era stata venduta quella che si riteneva essere una copia di un quadro di Rembrandt per 4 milioni di dollari. Dopo aver constato che si trattava dell’originale, il Getty Center di Los Angeles l’ha poi acquistata per 25 milioni.
“Le rivalutazioni sono ciò che rende il mercato dell’arte vivo ed interessante,” dice Beddington. “La cosa migliore che possa succederti è quando compri un quadro a poco prezzo, e poi scopri che in realtà il suo vero valore è molto più alto.” L’incertezza che nasce dalla possibile o meno attribuzione di un quadro a uno dei grandi maestri è ciò che rende il mercato dinamico. Se paragonato a quello dell’arte contemporanea, il mercato dell’opere antiche è ritenuto da molti più statico. Le rivalutazioni sono quindi il fattore che permette al mercato di essere più elastico.