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Le mani sulla città: come gli immobiliaristi hanno guidato il processo di “gentrificazione” di Amsterdam

Source pic: Pixabay

AT5 ha dedicato agli immobiliaristi della capitale un programma intero, Bouw Woon Leef. Gli immobiliaristi hanno sempre avuto un ruolo centrale nella secolare storia dello sviluppo urbano di Amsterdam.

L’urbanista Rens Smid, dice AT5, difende la sua tesi sulla storia degli investimenti immobiliari e racconta che gran parte della città fu costruita dagli investitori nel periodo 1870-1940. Secondo l’urbanista, la città sarebbe cresciuta in larga parte grazie ai soldi dei privati.

Grandi imprese, come quelle di Van der Schaar hanno realizzato aree intere come Nieew West. Ma c’è stato anche uno sviluppo su piccola scala, con investitori che hanno realizzato anche solo un paio di edifici e basta.

Con la nascita del concetto urbanistico moderno è nata la Amsterdam che conosciamo e secondo l’urbanista Smid ad AT5, le forze di mercato -almeno fino ad un certo punto della storia della capitale- hanno funzionato piuttosto bene perchè gli Amsterdammers non avevano molti soldi da spendere. In assenza di una vera e propria normativa sugli affitti e con la necessità per tutti di un tetto sulla testa, gli investimenti degli immobiliaristi hanno risolto un problema a molti.

Ma nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, qualcosa si è inceppato, dice lo storico Tim Verlaan: “Il 90% delle case di Amsterdam erano di proprietà di investitori privati. Quindi le persone affittavano una stanza o un piano “. Fino agli anni ’70, insomma, era normale vivere in case in affitto. Poi negli anni ’70 iniziò il rinnovamento urbano. Secondo Verlaan, woningcorporatie e comune acquistarono molti edifici anche se, già allora, si iniziavano a vedere i primi segnali di gentrificazione: gli investitori privati, infatti, acquisirono molti lotti nel quartiere Jordaan.

Su Brouwersgracht, gli investitori britannici hanno acquistato vecchi magazzini per convertirli in appartamenti di lusso. ‘Gli affitti erano già di ottocento fiorini mentre i vecchi residenti pagavano spesso non più di ottanta fiorini al mese “, afferma Tim Verlaan.

Quegli affitti alti potevano essere richiesti perché negli anni ’70 Amsterdam tornava ad essere un posto molto ambito dove vivere: le famiglie con un alto livello di istruzione e doppio stipendio che vivevano nella regione si trasferirono in città. Con quel processo è iniziata la vera e propria gentrificazione, come la intendiamo oggi.

Gli investitori detengono oggi, circa il 21 percento del patrimonio immobiliare di Amsterdam, che è di circa 90.000 abitazioni.

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