STORIE Le librerie stanno davvero morendo? pt I/Amsterdam

ROEI La rivoluzione digitale, ha travolto da qualche anno ormai anche l’intoccabile mondo dei libri. I bits hanno sostituito i caratteri mobili e così l’e-book ha iniziato la rimonta tra le mani dei lettori delle vecchie pagine profumate d’inchiostro. Il canto del cigno per il buon vecchio cartaceo? E le librerie da templi della cultura sono diventati magazzini di carta e cartaccia destinate al macero?

Per rispondere a tali quesiti, la nostra indagine ha esplorato il tessuto letterario di Amsterdam, che ci ha riservato non poche sorprese…

Perdu boekhandel –  Dove la poesia non si è persa

Kloveniersburgwal 86, Amsterdam

Perdu, fondata nel 1984, è una piccola libreria situata sulla riva di un canale. Il nome, Perdu, deriva dal capolavoro della letteratura francese À la recherche du temps perdu di Marcel Proust.

La poesia riempie ogni angolo degli scaffali, declinandosi in più di 10 lingue diverse: dall’Olandese, all’Inglese, all’Italiano, fino ad arrivare al Russo e al Cinese. Amsterdam è sicuramente una città sempre più internazionale e la libreria Perdu tenta di estrapolare il meglio da questo aspetto. Il catalogo è curato personalmente dai volontari dell’associazione (42), nel quale ognuno ricopre un ruolo specifico.

Segni particolari: Quasi come un ossimoro tra le librerie, Perdu non è il tipico spazio di riflessione quieta, ma un luogo piuttosto dinamico: le persone entrano ed escono continuamente. Da una porta sul retro, infatti, si può scorgere un vero e proprio teatro che ha trasformato la libreria in un attivo punto d’incontro per chiunque sia interessato alla poesia.  La schedule d’incontri e performance sembra non esaurirsi mai.

Curiosità: Peter Prins: “Quello che mi piace di Perdu è che non è un luogo immobilizzato dalla polvere, ma un ambiente che accoglie l’energia dei giovani e permette loro di esprimere il proprio talento.  Quello che mi sento di dirti è soltanto: leggiamo la poesia, facciamolo, è bello, è divertente! E’ come mangiare il pane, è come ridere, è una cosa di cui sentiamo il bisogno.

 

Boekhandel Kirchner – La più antica libreria indipendente

Leliegracht 36, Amsterdam

La Boekhandel Kirchner è la più antica libreria indipendente di Amsterdam, specializzata in religione (Ebraismo, Cristianesimo ed Islam) e filosofia della religione. Questa libreria offre ai clienti un punto di riferimento per trovare risposte a questioni di etica e spiritualità. Nacque come semplice libreria generalista, ma le spinte di una grande competizione, hanno guidato la Kirchner a trasformare la propria identità, fino a quello che oggi vediamo tra gli scaffali.

Segni particolari: I ripiani ordinati ospitano tomi molto costosi, molto ricercati e specialistici. La più antica libreria indipendente di Amsterdam non può stringere certo partnership commerciali con istituzioni culturali, nonostante ciò, gli scambi culturali con l’ambiente accademico sono all’ordine del giorno.

Curiosità:  Frederick Lobbrecht: “Spesso i libri spirituali nascondono delle strane storie. Una volta mi è capitato di dover ordinare un libro per un cliente, il libro era nuovo, mai venduto prima, veniva dall’Italia, ma era stato pubblicato nel 1857. Dopodiché era rimasto lì, senza mai essere venduto, finché non mi è arrivata questa richiesta.

 

Boekie Woekie – Libri per gli artisti dagli artisti

Berenstraat 16, Amsterdam

Boekie Woekie fu fondata nel 1986, da sei artisti internazionali. Amsterdam non poteva che essere l’habitat perfetto per questa libreria “underground”Uno dei fondatori, Jan Voss, ci racconta che l’idea nacque quando si resero conto che i libri da loro pubblicati non sarebbero stati tali finché non fossero stati visibili al pubblico. Per i primi 5 anni il catalogo della libreria non contava più di un centinaio di titoli. Ma con il passare del tempo i fondatori si resero conto che vi erano altrettanti artisti nelle stesse condizioni: con scatole piene di libri da pubblicare ad affollare la soffitta. E’ stato uno slancio eroico, ci dice Jan Voss, da artista, quello di aprire un negozio non solo per se stessi, ma anche per gli altri.

Segni particolari: Negli ultimi 15 anni la libreria Boekie Woekie ha viaggiato per tutta l’Europa, aprendo sezioni temporanee in tutte le città visitate. L’intenzione era quella di dimostrare che il sogno di costruire un luogo d’incontro per appassionati d’arte, lontano dalla vanità delle esposizioni e del mercato, può sopravvivere anche nella società attuale.

Curiosità:  Jan Voss: “Credo che gli olandesi abbiano capito fin da subito come fare business con questo genere di cose. Finché paghi, sei il benvenuto: è una sorta di pragmatica tolleranza. Mai in 30 anni di attività abbiamo pensato di chiedere dei sussidi, semplicemente non sarebbe in sintonia con la nostra filosofia. E questo mi sembra che coincida perfettamente con la cultura nazionale”.

E voi, siete ancora convinti che le librerie stiano davvero morendo?

di Chiara Gallo

 

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