Le fattorie a bassa emissione, unica soluzione escogitata dal governo per consentire agli allevatori di estendere i loro allenamenti, non sarebbero affatto a bassa emissione.
Secondo uno studio dell’università di Wageningen, citato da un documento tecnico di RIVM davanti alla Camera dei deputati, dice NOS, un sistema di separazione artificiale delle feci e delle urine ridurrebbe in maniera drastica le emissioni.
In base alle conclusioni dello studio, le differenza delle emissioni di ammoniaca potrebbe essere equivalente a quello del sistema non a bassa pressione, può addirittura in alcuni casi superare di tre volte il sistema “sporco”.
Licenze emesse dal governo per il sistema considerato fino ad oggi, non sono basate sui calcoli effettuati dall’università o dell’Istituto di sanità RIVM.
In realtà, non è la prima volta, che emergono dubbi sull’effettiva scelta “green” di un sistema simile: in alcuni casi, i tribunali avevano già annullato licenze emesse, perché la quantità effettiva di emissioni non era chiara.
La causa era stata istruita parte dell’organizzazione ambientalista MOB che chiedeva al tribunale di rivedere il sistema di licenze: oltre alla preoccupazione per l’ambiente, l’organizzazione metteva in discussione il sistema di sussidi parziali che il governo aveva introdotto insieme allo schema di licenze per fattorie “verdi”.
L’approccio per la questione del nitrogeno sarà la seguente: entro il 2030, il governo si aspetta il 50% in meno di emissioni e tre quarti delle aree verdi, definite natura 2000, dovranno avere un livello al di sotto di un limite soglia.
In pratica, per evitare uno stop generalizzato agli allevamenti e all’espansione delle fattorie, il governo impone un taglio drastico alle missioni.