CINEMA

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L’amore di e per una madre in due pellicole presentate all’IDFA

di By Nehal Hossam El-Din

Con l’avvicinarsi della fine dell’autunno, inizia una nuova stagione del festival internazionale del documentario di Amsterdam. All’IDFA, tra il 20 novembre e il 1 dicembre, i teatri e i cinema di Amsterdam si sono affollati di spettatori provenienti da tutto il mondo che sono venuti a guardare, valutare e criticare i documentari in programma.

Osservando da vicino i film partecipanti, è chiaro che quest’anno l’IDFA ha presentato una serie di documentari tematici, sociali, storici e politici, che evidenziano i lati emotivi e realistici delle storie umane.

La maternità è una di quelle categorie che è stata esplora a fondo. Molti registi e non possono credere che una madre sia solo una donna al mondo. Ma, per la sua famiglia, lei è il mondo.

Da due diverse parti del globo sono arrivati due film che hanno discusso questo argomento. Norie e Let’s Talk sono due pellicole – rispetivamente giapponese ed egiziana hanno raccontato i lati nascosti della maternità, compreso il punto di vista dei bambini. Yuki Kawamura – regista di Norie – è un filmaker giapponese che ha vissuto la morte della madre in tenera età. Il suo lavoro conduce il pubblico in un viaggio all’interno di se stesso e dell’ambiente circostante.

Marian Khoury – regista di Let’s Talk – è una regista e produttrice egiziana. Il suo film vuole offrire uno sguardo al suo passato e alla famiglia che ha creato. È anche madre di Sarah, che partecipa al film raccontando la propria prospettiva.

 

Norie

30 anni dopo la morte della madre, Yuki Kawamura decise di riportarla “in vita”. Attraverso le sue lettere, gli amici e i ricordi del padre, egli suscita molti sentimenti raccontati da scene in bianco e nero della natura che si alternano a lunghi silenzi, esprimendo il recupero di vecchi ricordi.

Il ciclo di vita naturale ha sempre richiesto una madre che si prendesse cura del proprio figlio. In questo film il figlio esprime anche la bellezza di sua madre. Nella natura circostante, nelle cerimonie, nella musica e nei luoghi, Kawamura trova la madre ovunque, influenzando tutta la sua vita attraverso la sua memoria. In questo modo, Yuki ha dato vita a sua madre attraverso un ciclo perfettamente invertito. La morte di Norie, che morì di cancro a 32 anni lasciando due figli, influenza ancora oggi la vita dei suoi cari a distanza di anni. Yuki si chiede costantemente se lo spirito di sua madre potesse fargli visita nei sogni o in qualsiasi altro modo.

Kawamura ha strutturato il documentario in base alle lettere di Norie in cui racconta di se stessa e del proprio lavoro. Combinando i suoi scritti con le storie della mamma, il pubblico ricostruisce un’immagine completa di Norie senza averla mai incontrata. La donna ha messo insieme tutti i suoi legami con l’amore nei confronti dei suoi luoghi amati. Utilizzando questi elementi, Kawamura ha realizzato un intreccio tra amici, il marito della donna e i suoi luoghi preferiti per creare una memoria visiva di sua madre.

Mentre Kawamura stava svelando la bellezza della sua amata madre, ha svelato anche il dolore più grande di suo padre. Un’agonia di tutta una vita che lo avrebbe accompagnato fino alla tomba. Si rende conto che, anche dopo tutto questo tempo, fa ancora male perdere l’amore. Attraverso le confessioni del padre, tenute nascoste per 30 anni, riscopre il suo rapporto con il figlio, ormai non più un bambino. I due condividono l’amore per Norie, i ricordi e l’assenza. Anche se Norie è sempre stata viva nei loro cuori, Yuki e suo padre avevano solo bisogno di parlarsi per capirlo.

Let’s Talk

Ripercorrere le storie delle donne nella famiglia di Yusif Shahin – una delle più note registe egiziane – porta a molte dolorose storie di maternità. Quattro generazioni di donne sono esposte attraverso il documentario Let’s Talk, dove la regista Marian Khoury racconta le nonne, le madri e le sue storie su come educare i figli: le difficoltà che hanno dovuto affrontare e il senso di colpa che hanno provato per tutta la vita nei confronti dei loro amati figli. Let’s Talk è un invito a tutte le madri a parlare del loro dolore e del prezzo che ognuna di loro ha dovuto pagare. Niente di cui vergognarsi e niente più paura del giudizio. Questo è come mi sento, e sono una madre.

Non solo regista, Khoury è anche scrittrice e produttrice. Infatti, la sua famiglia produce film egiziani da decenni. Una vita piena di lavoro e di ispirazione per la società egiziana che attinge anche alla vita dei genitori che rappresenta in vecchie storie e sentimenti ancora vivi. La vita della regista si è intrecciata a quella di suo zio, Yousif Chahine, che è riuscito a influenzarla, rendendo il film la confessione di una delle famiglie più popolari d’Egitto.

Let’s Talk non solo discute ciò che una madre di solito affronta, ma evidenzia anche i sentimenti della figlia. Verrà un momento in cui i bambini cresceranno abbastanza per parlare di come le loro madri li hanno cresciuti. Sarah – la figlia di Marian – ha avuto una vita solitaria tra Francia ed Egitto, sentendosi perduta tra culture e paesi, e ha cercato una propria identità. Parla di situazioni che fanno male e altre che non poteva dimenticare. Sapere che sua madre ha scelto di seguire lo zio ribelle nel suo percorso professionale, tuttavia, la rende costantemente orgogliosa del suo coraggio. Questo mix di sentimenti contrastanti mette in evidenza le caratteristiche della famiglia di Chahine.

Attraverso le storie raccontate con video e registrazioni di famiglia, è visibile come ogni madre sia speciale a modo suo, in lotta per esaudire i propri sogni e sempre alla ricerca della perfezione. Non c’è giusto o sbagliato nella maternità, ma solo punti di vista e amore puro. Dopo tutto, le madri sono esseri umani. Ogni madre è libera di fare le proprie scelte, giuste o sbagliate che siano.

Norie e Let’s Talk sono solo due conversazioni che quest’anno all’IDFA hanno dato vita all’esperienza della maternità. Donne che parlano di maternità, dei loro sogni, e di come affrontano la vita. Decenni dopo, una nuova generazione ha preso il loro posto e ha dimostrato che alcune donne potevano raggiungere l’impossibile, portando il mondo a nuova vita.

Cover Pic: Let’s Talk, un film di Marianne Khoury

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