CoverPic | Author: G.H. Hartgerink | Source: Fotocollectie Anefo | License: CC 1.0
Nel Drenthe il tradizionale suono del corno a Santo Stefano si svolge anche quest’anno, nonostante il Coronavirus. L’usanza, che risale probabilmente alle tribù germaniche che vivevano nella regione circa duemila anni fa, consiste nel suonare un corno per salutare l’arrivo dell’inverno.
Enormi corni, ricavati da “un tronco curvo, che viene segato, scavato e poi riassemblato”, compaiono al solstizio e subito dopo Natale, come racconta Albert Metselaar, un suonatore di corni di Hoogeveen, a RTV Drenthe. Alcuni sostengono che il suono del corno sia nato dopo la prima guerra mondiale ma è vero che “anche in Scandinavia ci sono corni di corteccia di betulla, spesso realizzati da grandi corna di bue”, aggiunge l’uomo.
Nessuno sa se si tratti di una tradizione germanica o cristiana, ma a Metselaar piace pensare che la tradizione pagana si sia fusa con il saluto per la nascita del Messia.
Sebbene la tradizione del “concerto” con corno di bue in pieno inverno sia relativamente sconosciuta, ci sono ancora alcune centinaia di persone nei Paesi Bassi che la mantengono viva ogni anno. Soprattutto nel Drenthe intorno a Schoonebeek, Diever, Zuidwolde e alcuni gruppi a Overijssel, Twente e nel Gelderland.