La sinagoga di Amsterdam banna studioso 365 anni dopo la scomunica di Spinoza

A distanza di 365 anni dalla scomunica di Baruch Spinoza dalla comunità ebraica ispano-portoghese di Amsterdam, la ferita è ancora aperta.

Ieri il rabbino Joseph Serfaty, leader della comunità sefardita di Amsterdam, ha negato a uno studioso il permesso di accedere alla sinagoga e alla biblioteca della comunità. E l’ha dichiarato “persona non grata“.

Il “bandito” Yitzhak Melamed è professore di filosofia alla Johns Hopkins University e importante studioso di Spinoza. Qualche tempo fa aveva richiesto alla sinagoga di Amsterdam il permesso di visitare il luogo e accedere alla biblioteca con una troupe cinematografica che lo avrebbe filmato mentre faceva ricerche negli archivi.

Una rete televisiva israeliana sta infatti girando un documentario sul celebre filosofo e la sua scomunica nel 1656. Spinoza è nato nella comunità ebraica ispano-portoghese di Amsterdam ed è diventato il pensatore che ha posto le basi intellettuali del razionalismo del XVII secolo, antesignano dell’Illuminismo e della moderna esegesi biblica. Nel famoso atto di scomunica (cherem), il filosofo è escluso, espulso e maledetto per “le orribili eresie che egli sosteneva e insegnava e sulle azioni mostruose che commetteva”.

Il prof. Melamed ha condiviso su Facebook la dura lettera che ha ricevuto dal rabbino:

In essa, il rabbino nota che “Spinoza e i suoi scritti” sono stati scomunicati “con la più grave interdizione, un divieto che rimane in vigore per sempre e non può essere revocato”.

Inoltre, cita l’impegno di Melamed su Spinoza come la ragione per cui è sgradito: “Lei ha dedicato la sua vita allo studio delle opere vietate di Spinoza e allo sviluppo delle sue idee“. Dice che la richiesta di riprese “è incompatibile con la nostra secolare tradizione halachica, storica ed etica e un inaccettabile attacco alla nostra identità ed eredità”.

Eric Schliesser, professore di scienze politiche all’Uva, ha difeso la risposta del rabbino, ma non il tono offensivo e opportunista della lettera. Ha scritto che “la comunità ebraica portoghese di Amsterdam è molto piccola, decimata dall’Olocausto e dall’emigrazione. Essa non solo ha tutto il diritto di evitare di facilitare un film che, per quanto intelligente e sobrio, aiuterà comunque la glorificazione del suo più grande eretico, ma per molti versi ha il dovere di farlo”.

Del resto, già nel 2015 la comunità ebraica di Amsterdam ha ospitato un dibattito sull’opportunità di revocare la scomunica, ma alla fine non è successo nulla.

CoverPic@Txllxt TxllxT, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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