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Per le orchestre di tutto il mondo, la pandemia ha comportato tagli nella programmazione stagionale, spesso preparata con anni di anticipo. Ha però dato loro l’opportunità di rispondere più rapidamente agli stimoli della contemporaneità. Ispirate dal movimento Black Lives Matter, numerose orchestre stanno mostrando il loro impegno sociale suonando opere di compositori afroamericani.
Nei prossimi anni sentiremo spesso parlare di Florence Beatrice Price (1887-1953) e suonare le sue opere.
Price, compositrice di musica classica, è stata la prima donna afroamericana ad essere riconosciuta per le sue sinfonie e la prima le cui composizioni sono state suonate da un’orchestra di fama.
Domenica sera la Netherlands Philharmonic Orchestra suonerà la sua Ethiopia’s Shadow in America, su Radio 4. Anche se scritta nel 1932, a parte alcune percussioni ed elementi swing di taglio europeo, il suo stile conservatore ricorda principalmente la musica di quarant’anni prima.
La prima composizione orchestrale di Price, il cui titolo fa riferimento alla presenza nera negli Stati Uniti, è calma, cinematografica e poco decisa.
Ritmicamente interessante, ma piuttosto breve, è la controparte di Fanfare for the Common Man di Aaron Copland: la Fanfare for the Uncommon Woman N. 1 (1987) di Joan Tower. Appalachian Spring di Copland appare improvvisamente come un capolavoro dopo l’ipereclettico Prisms, Cycles, Leaps (2015) di Derrick Spiva Jr..