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A Funeral for Street Culture è un progetto concepito e curato da Metro 54 e Rita Ouédraogo. La prima è una piattaforma di aggregazione per giovani artisti, pensatori, attivisti. La seconda è invece una scrittrice e ricercatrice che si occupa della diaspora africana, del razzismo istituzionalizzato e di decolonizzare le istituzioni. Il progetto scava e studia la cultura di strada contemporanea. Si terrà nella Galleria Framer Framed di Oranje-Vrijstaatkade ad Amsterdam Oost fino all’8 agosto in forma di incontri, istallazioni, performance, conversazioni e workshop.
Si tratta di un progetto collaborativo e multidisciplinare. Metterà insieme il lavoro di artisti, designer e attivisti. Alla base c’è l’idea di scavare nelle profondità dei cambiamenti della cultura di strada. Di fatto, anche nella sua mercificazione e morte.
La cultura di strada e il suo funerale
In seguito al Covid e al movimento Black Lives Matter bisogna cominciare a rivedere la nozione di “strada”. E quindi della cultura che la attraversa. La strada è sempre stato un luogo in cui fare cultura. Essa è un’estensione della casa e allo stesso tempo uno spazio pubblico. Lì si configurano i rapporti tra lo Stato e la società. Ora come ora la strada è un luogo di protesta. È quindi arrivato il momento di organizzare un funerale per la cultura di strada.
Perché adesso? Perché nel momento del tumulto? La strada è sempre stata una modalità d’espressione della comunità che la viveva. Si trattava di qualcosa vincolato a chi creava l’arte e che portava spiragli di nuove culture. Eppure cosa può accadere se la strada viene mercificata? Può essere la strada un luogo di sottocultura se diventa mainstream?
Metro 54 e Ouèdraogo esplorano queste domande e celebrano in modo critico la cultura di strada per come è diventata. A Funeral for Street Culture non è una condanna a morte, ma un modo per verificare se la strada è ancora viva. Se ancora potrà essere un luogo di antirazzismo e aggregazione.