L’amministrazione comunale di Amsterdam ha firmato una dichiarazione globale promossa dallo special rapporteur dell’ONU sulla questione abitativa, presso la il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
L’iniziativa è stata lanciata dal sindaco di Barcellona, Ada Colau, e intende mettere al centro dell’agenda politica la questione abitativa: per garantire la sopravvivenza delle città, “l’alloggio deve prima di tutto essere considerato un diritto, non una merce”.
Segregazione e la speculazione immobiliare sono due delle questioni che devono essere affrontate più in fretta per garantire che le città tutelino i diritti umani dei loro residenti.
Per raggiungere questo obiettivo, le autorità locali hanno bisogno di maggiori poteri per regolamentare il mercato e di più soldi per poter portare avanti “progetti di pianificazione urbana che combinino alloggi adeguati e quartieri di qualità, inclusivi e sostenibili”.
La dichiarazione, firmata dalle città di Amsterdam Parigi, New York, Strasburgo, Berlino, Montevideo e Madrid è stata presentata lunedì in un forum del governo locale. Durante la presentazione, in cui Amsterdam non è stata rappresentata, le città hanno sottolineato l’importanza di non lasciare la questione degli alloggi alle sole regole del mercato.
“Il diritto dei residenti ad alloggi a prezzi accessibili è in pericolo a causa della speculazione, degli investitori e del turismo di massa, il che significa ricavare quanto più profitto possibile“, si legge nella nota. L’assessore alla casa Laurens Ivens, parlando al quotidiano Parool, ha dichiarato: “In queste città, tutti vogliono guadagnare dagli investimenti negli immobili ma le case sono sempre meno abitate da residenti stanziali”
Secondo studi dell’Università di Amsterdam, oltre il 10% delle case di Rotterdam, L’Aia, Amsterdam, Groningen e Maastricht sono di proprietà di investitori privati.