L’artista Klaus Baumgärtner si lascia affascinare dalle “cose”: una rampa di scale, un tombino o una tazza di caffè. Non ha cambiato nulla, ma ha fotografato gli oggetti proprio come li ha trovati. Ha lasciato che la bellezza e il significato della “cosa” nel suo ambiente familiare parlassero da soli.
Il modo di guardare e registrare il mondo di Baumgärtner ricorda quello dei fotografi degli anni ’20 e ’30, come László Moholy-Nagy e Paul Schuitema, che cercavano di raggiungere “una nuova obiettività”.
Questo autunno, oltre cinquanta opere fotografiche di Klaus Baumgärtner (1948- 2013) sono esposte al Museo della fotografia dell’Aja. La mostra, Sequence, offre una panoramica su uno stile fotografico molto poco conosciuto.
Nato in Germania e formatosi in Svizzera, Baumgärtner è stato protagonista di una prima esposizione a Friburgo nel 1964. In quell’occasione, sono stati esposti sono alcuni schizzi e disegni dell’autore, destinato a più grande successo. Nel 1984 si è trasferito a L’Aja per occupare un incarico di insegnamento presso la Royal Academy of Art (KABK), senza mai abbandonare la passione per l’arte e la fotografia.
Per decenni, è stato un insegnante influente, di grande ispirazione per i suoi studenti. Personalità eclettica, dai numerosi talenti, è stato scultore, creatore di collage e graphic designer, nonché fotografo. Nonostante l’impegno che la cattedra richiedeva, Baumgärtner si è dedicato ad altre esposizioni, soprattutto tra Amsterdam Utrecht e Zurigo, prendendo parte anche ad alcuni degli eventi più importanti nel panorama artistico. Ad esempio, la partecipazione nel 1987 al Foire d’Art Actuel, crogiolo internazionale tra collezionisti, curatori e personalità di spicco dell’arte contemporanea.
Di recente il Gemeentemuseum Den Haag ha acquistato. dieci delle fotografie di Baumgärtner per arricchire la sua collezione. Nel frattempo, Hans Locher, ex direttore del museo, è divenuto il curatore di un libro intitolato Sequence, mentre Collage, un libro dedicato alle memorie della vedova di Klaus Baumgärtner, Robine Clignett è apparso all’inizio di quest’anno.
Proprio questa serie di avvenimenti sembra aver giocato un ruolo decisivo nella inaugurazione della mostra.
Semplicità, quiete, giochi di luce e ombre sono elementi ricorrenti nel lavoro di Baumgärtner. Distinti per funzione e significato, gli oggetti solitamente trascurati si colorano di nuove sfumature, sollecitando l’immaginazione dello spettatore.
Baumgärtner non ama focalizzarsi sulle figure umane, che, proprio per questo, appaiono di rado al centro delle sue fotografie.
Particolare è anche il suo modo di intendere il titolo dell’opera d’arte: non viene mai specificato il soggetto né la data. L’ora o il luogo dello scatto sono gli unici due elementi che lo spettatore può aspettarsi di trovare.