CHI È Jeroen Dijsselbloem, il volto bipartisan dell’austerity europea

Il nome del politico olandese a capo dell’Eurogruppo è diventato familiare a chi ha seguito la crisi greca degli ultimi giorni. Ma chi è Jeroen Dijsselbloem? Proposto per il vertice europero dal governo di grande coalizione Rutte II, la sua carriera è stata bipartisan fin dagli inizi negli anni 90. Con la tessera del PvdA in tasca, solo dopo la laurea in agraria e politica economica, ha cominciato a risalire la gerarchia del partito; prima assistente parlamentare, poi funzionario del ministero guidato dal partito avverso e infine, dal 2000, parlamentare del PvdA, carica che ha mantenuto per 12 anni. Tre anni fa, infatti, il nuovo primo ministro Rutte II, votato da socialisti e liberali, lo ha voluto nella sua squadra, affidandogli il ministero economico e proponendolo come Presidente dell’Eurogruppo. In questo ruolo ha impersonificato la linea europea della modernità post ideologica, diventando campione dell’austerity e  chiedendo alla Grecia e all’Europa meridionale rigore, trasparenza e correttezza.

Valori che non sempre hanno contraddistinto la sua figura, come quando, nel suo curriculum vitae, aveva trasformato un breve periodo di studio presso l’Università di Cork in un secondo master. Per un semplice errore di traduzione, secondo alcuni, per deliberata scelta del politico olandese, secondo altri. Altra vicenda controversa che lo ha riguardato, è stata lo scandalo dei  salari e bonus ai top manager dell’ABN Amro, banca salvata dal fallimento con una nazionalizzazione nel 2008 che sarà presto di nuovo sul mercato (ma con valore dimezzato). Dijsselbloem si è difeso sostenendo di non poter intervenire sui premi ai manager.

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