Istruzione, all’Amsterdam Lyceum giovani olandesi a scuola d’italiano

di Massimiliano Sfregola e Paolo Rosi

Chi crede che il tricolore, nei Paesi Bassi, venga sventolato solo dalle imprese italiane si sbaglia di grosso; c’è un pezzo di Olanda che va pazza per il nostro Paese e non solo per cibo e abbigliamento alla modaSi tratta di studenti dei corsi di lingua e cultura italiana dell’Amsterdam Lyceum, scuola superiore nella zona Zuid della Capitale, dove vive una piccola enclave didattica italofona messa su grazie alla passione del Preside e di un gruppo di docenti.

Un caso unico in Olanda. A scuola di “italianità” non vanno solo oriundi, ma in gran parte giovanissimi olandesi senza nessun legame con l’Italia, se non quello sentimentale.“Qui gran parte del personale docente parla italiano” racconta Jenni Garzon a 31mag, insegnante originaria di Castelfranco Veneto “e a parte le visite culturali per gli studenti della nostra classe, che al quarto anno vanno a Firenze, tutti gli alunni della scuola passano la gita di quinta a Roma”.

Jenny e la collega Laura Briganti coprono le ore di insegnamento che il liceo riserva alla lingua di Dante. Non senza difficoltà: La crisi ha avuto delle ripercussioni anche nella scelta di un programma extracurriculare come il nostro”, dice Laura, “trattandosi di un corso a pagamento, gran parte degli studenti preferisce lingue considerate “utili” per il mercato del lavoro, come spagnolo o cinese, penalizzandone altre come la nostra, ma il grado di attenzione verso l’Italia e il nostro idioma rimane comunque alto”.

Chi si iscrive al corso di italiano del Lyceum? “Principalmente figli di olandesi con interesse per l’Italia ma non mancano studenti di origine italiana o addirittura ragazzi nati qui da genitori italiani”. I figli della prima generazione di “cervelli in fuga” insomma.

Nonostante lingua e grammatica siano centrali nei corsi di italiano del Lyceum, la parte più interessante è certamente il programma di cultura: “In realtà, buona parte del nostro lavoro consiste nello smontare stereotipi”, scherza Laura, “c’è chi si aspetta lezioni di cucina e chi invece vuole ascoltare racconti appassionanti sulla Mafia e sui Capimafia”, prosegue Jenny, sospirando. “noi, invece, siamo qui per spiegare che non tutti gli italiani sanno cucinare una pizza e che la Mafia non è quella romantica del Padrino, ma una pericolosa organizzazione che ha distrutto le vite di milioni di persone”.

Nelle loro lezioni avanzate, si parla di tutto: dall’ambiente alla politica, dai parallelismi tra studenti olandesi ed italiani a quelli tra le due culture. “Gli studenti olandesi sono affascinati dalle occupazioni e dalle autogestioni nelle scuole italiane”, prosegue Jenny, “e incuriositi dalla complessa realtà della mobilitazione civile antimafia che noi presentiamo con roleplay ed altri lavori in classe”.

Nelle lezioni, allora, trovano posto gli Anni di Piombo, i giudici antimafia e il problema della disoccupazione giovanile in Italia. “I nostri allievi vivono in una realtà distante anni luce da quella italiana”, raccontano Jenny e Laura, “noi cerchiamo, per quanto possibile, di far capire loro quanto sia bello e difficile il nostro Paese”.

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