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Inflazione alle stelle? Secondo la BCE la colpa è delle aziende

I supermercati in Olanda sono diventate vere e proprie “gioiellerie” per le tasche medie e il trend sembra sia lo stesso ovunque. Secondo la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, i prezzi alimentari mondiali sono in calo da undici mesi consecutivi: in media, cose come i latticini e i cereali ora costano il 19% in meno rispetto a un anno fa, quando l’invasione russa dell’Ucraina fece salire alle stelle i prezzi. La spesa, per capirci, non così economica come  da 17 mesi. Sulla carta.

Non solo: i prezzi dell’energia sono in forte calo dall’inizio di quest’anno e grazie all’inverno mite, le misure per il risparmio energetico e degli impianti di stoccaggio del gas ancora pieni, l’energia non è più così costosa come lo era nella seconda metà dello scorso anno. Paghi anche molto meno la benzina. Non solo: il costo del lavoro, dicono ancora gli esperti, non avrebbe questo grande impatto sull’inflazione perché gli aumenti salariali erano stati concordati prima della pandemia e della guerra in Ucraina.

Ma insomma, si può sapere perché la spesa costa cosi tanto? Stando a Joop e alla BCE, la spiegazione sarebbe solo una: i mega profitti delle aziende.  Ahold ha visto i suoi profitti aumentare di un altro 13% lo scorso anno, dopo aver fatto una fortuna durante la pandemia. L’utile di Unilever è aumentato di un quarto a oltre 8 miliardi di euro.

Per frenare l’inflazione, la Grecia ha imposto controlli sui prezzi dei prodotti essenziali e anche Francia e Spagna stanno discutendo di congelare i prezzi. E in Olanda? Il governo, in ossequio al suo approccio liberista non intende intervenire. Anche se la popolazione fatica enormemente ad arrivare a fine mese e le aziende continuano ad incassare profitti ed elargire dividendi agli azionisti.

 

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