Secondo la piattaforma di giornalismo investigativo Investico, numerose piccole imprese sono fallite poco dopo essersi rivolte a piattaforme commerciali di crowdfunding. I dettagli relativi alle compagnie coinvolte sono emersi dopo un’attenta analisi dei rapporti di fallimento, condotta in collaborazione con Trouw e Groene Amsterdammer.
Le piattaform sono, in realtà, società online che prestano denaro pur non avendo licenza bancaria.
Dopo aver ottenuto i prestiti, gli imprenditori si sono trovati subito in difficoltà: o perché costretti a pagare dei tassi di interesse estremamente elevati o perchè obbligati a rimborsare il denaro in tempi celeri. Si tratta di piattaforme di crowdfunding come Funding Circle o Collin Crowdfund di proprietà britannica che non operano con licenza. Tuttavia, sono autorizzate dall’authority del settore finanziario olandese AFM.
Il quadro emerge è molto chiaro: secondo Investico, infatti, la situazione richiede maggiori controlli. D’altronde l’estensione del prestito a società chiaramente incapaci di restituirlo e l’imposizione di elevati tassi di interesse non rappresentano pratiche rare. Anzi, si può dire che sono all’ordine del giorno. Per esempio, nel caso di Funding Circle, il tasso di interesse privato può arrivare al 20%.
In genere, le aziende interessate hanno delle caratteristiche simili: piccole imprese con basso fatturato, impossibilitate a coprire i costi mensili o indebitate con l’ufficio delle imposte.
Stando alle dichiarazioni di Lex van Teeffelen, docente di innovazione economico-finanziaria, i crowdfunders guadagnano da “imprese praticamente in bancarotta”, offrendo in cambio “proposte finanziarie poco chiare”. Tutto questo riducendo al minimo i rischi, tramite la richiesta di garanzie in forma di denaro del creditore o della sua famiglia. Non avendo altre soluzioni, spesso gli imprenditori si sono rivolti ai familiari per saldare il debito.
Di fronte alle informazioni diffuse da Investico, la reazione del ministro dell’economia non si è fatta attendere: secondo le autorità le pratiche di Funding Circle sarebbero in linea con la normativa vigente.
Secondo la piattaforma investigativa, il ministro avrebbe favorito queste piattaforme per ovviare alla normativa sui prestiti bancari, sempre più rigida.