Prima del Covid, i dipendenti pranzavano -in media- quattro volte a settimana nella mensa o nel ristorante aziendale, ma dopo la pandemia le cose sono cambiate.
Allo stesso tempo, i datori di lavoro a volte devono compiere sforzi per mantenere il pranzo alla portata del personale: le società di catering sono in difficoltà per la diffusione dello smartworking e dopotutto, ammettono anche le società Vermaat e Albron, spesso devono ridurre le dimensioni delle mense e limitarsi ad un bar aziendale:“Il cibo sta diventando più costoso, i costi del personale stanno aumentando, l’affitto è aumentato e la bolletta è raddoppiata”, dicono a NU. Ma scaricare il costo sui dipendenti vorrebbe dire farli scappare.
Il prezzo di un pranzo in ufficio dipende in parte dal contributo del datore di lavoro. “Fortunatamente, notiamo che molte aziende vogliono mantenere il personale sano e in forma e quindi aumentano il loro contributo al prezzo”, afferma Oudijk di Vermaat, al portale NU.
Nonostante l’inflazione stia colpendo duramente, i dipendenti non portano il pranzo da casa: nonostante i dipendenti si affaccino solo una o due volte a settimana in ufficio, la mensa rimane popolare.
