di Alessia Gallian
In Italia la moda è uno dei capisaldi nazionali e il cibo non fa eccezione. Nelle grandi come nelle piccole città, il trend ora è quello dello street food: basta che costi poco e si possa mangiare anche passeggiando.
Così da quasi un anno, ovunque per la Penisola, hanno fatto la loro comparsa negozi in franchising che vendono patatine fritte; con buona pace dei vicini che devono sopportare folle rumorose e puzza di fritto.
“Patatine originali olandesi” oppure “Amsterdam food” gridano le insegne. Scommettereste che vengono dai Paesi Bassi? Le virgolette sono d’obbligo: primo perché i tanto decantati franchising appartengono ad aziende italiane che con l’Olanda hanno ben poco in comune; secondo perché le patatine fritte tagliate a bastoncino (e tanto diffuse nei Paesi Bassi) sono in realtà un cibo originario del Belgio.
Le “frites” belga sono uniche: la ragione è da ricercarsi nella varietà di patata utilizzata (la Bintje, quella sì, olandese) e nel segreto della doppia frittura (avete capito bene, sono fritte due volte).
Certo, il sapore delle patatine fritte ci fa sempre tornare un po’ bambini, ma bisogna ricordare che l’olio in cui sono fritte, non deve superare il cosiddetto punto di fumo. Quando l’olio si degrada, infatti, inizia a produrre sostanze tossiche, dannose per il fegato, la mucosa gastrica e il sistema nervoso. Per lo stesso motivo è fondamentale che l’olio per la frittura venga cambiato spesso: non diventa solo pesante e puzzolente ma, appunto, pericoloso per la salute.
Il consiglio? Non negatevi il piacere di una porzione di patatine fritte una volta ogni tanto ma assicuratevi che vengano preparate a regola d’arte: saranno pure economiche ma il vostro benessere non ha davvero prezzo.