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In Francia sabato riaprono i negozi, panico tra i commercianti belgi

Sabato 28 novembre, i negozi francesi riapriaronno le porte, nella speranza che gli acquisti natalizi riavvino l’economia. Ma quali saranno le conseguenze per i commerci frontalieri in Belgio? Se i cittadini belgi potranno andare a fare spese comodamente nei negozi al di là del confini, per i commercianti locali si prevede un’ulteriore batosta.

Robert Delvigne, presidente dell’associazione dei commercianti di Tournai, è stato ospite a Matin Première mercoledì 25 novembre.

Tournai è a un tiro di schioppo da Lille e dai suoi grandi centri commerciali, la tentazione è vicina“, ha osservato. La potenziale clientela varcherà il confine e farà là i propri acquisti. É davvero un disastro per i commercianti frontalieri”.

Le politiche sanitarie ed economiche del vicino francese hanno conseguenze sull’economia belga. E anche vero, però, che nei due paesi la situazione sanitaria non è identica. Tuttavia, il presidente dell’associazione dei commercianti di Tournai trova “difficile capire che la situazione sia diversa a cinque chilometri di distanza”. Ha aggiunto: “Il problema è che se ai cittadini belgi è permesso spostarsi sul territorio francese, non vedo dove stia il discorso sulla prevenzione anti-covid. Le persone spostandosi porteranno il virus da una parte all’altra del confine. Quindi non va bene, non è un argomento valido, si tratta di una situazione di concorrenza sleale”.

Venerdì 27 novembre si terrà in Belgio un comitato di consultazione per esaminare le misure in vigore nel paese. Robert Delvigne spera che il Belgio si allinei con il vicino francese. “Il Belgio sta davvero diventando una terra di nessuno commerciale al centro dell’Europa. L’unica possibilità sarebbe riaprire tutte le aziende,oppure concedere degli indennizzi e aiuti realmente commisurati alle perdite”.

Il tournaisien è preoccupato per il futuro dei commerci belgi,  frontalieri, ma non solo. “Abbiamo fatto il nostro piccolo sondaggio e abbiamo passato in rassegna i negozianti, alcuni di loro sono a meno del 10% del loro solito fatturato. Non si sono ancora ripresi dal primo lockdown, gliene stanno mettendo un altro sulle spalle e ora c’è questa concorrenza con la Francia“.

Qualunque sia la decisione che verrà presa questo venerdì in Belgio, sarà difficile trovare un accordo. “Anche se apriamo tra una settimana o due settimane, ciò che viene venduto all’estero è già una perdita commerciale. I commercianti si ritroveranno con un problema di liquidità. Ad un certo punto, dovranno rispettare tutte le scadenze che sono state rinviate. E se non avranno i soldi per pagare, saranno costretti a chiudere. È molto difficile per gli affari di questi tempi”.

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