VLUCHTELINGEN

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Il sottosegretario alla difesa: dimezzato il numero di rifugiati. In realtà, sono intrappolati nel sud Europa

Il sottosegretario alla giustizia con delega alla questione dei rifugiati Klaas Dijkhoff ha fatto molto discutere per un video elettorale, diffuso nei giorni passati. Nel video “promozionale”, Dijkhoff spiega come la destra liberale del VVD, il suo partito, abbia ‘risolto’ la crisi dei rifugiati in Olanda: “Nel 2015 sono stato nominato sottosegretario” dice Dijkhoff nel filmato, “e allora l’afflusso di richiedenti asilo era regolare: 1700 al mese. A fine anno, raggiungemmo la cifra di 11,720.”

Dijkhoff racconta allora di aver messo in piedi due misure: la prima “telefonare ai sindaci e agli amministratori locali” per risolvere l’emergenza nell’immediato. La seconda, invece, di aver cercato una soluzione di lungo termine su base europea, chiedendo ai paesi fuori dall’Europa di aiutare a risolvere la questione riducendo l’afflusso di rifugiati. Da questo punto in poi, inizia l’affondo al PVV: c’è chi propone soluzioni semplici a problemi complessi:  “Soluzioni semplici come quella di chiudere le frontiere. E come? Barriere e soldati? No, noi non ci facciamo prendere dall’isteria ma pensiamo a soluzioni”, prosegue il video di Dijkoff.

La soluzione è europea: controllo alle frontiere europee vuol dire meno rifugiati in Europa. Qui Dijkhoff snocciola cifre: dai 56.900 del ’15 si è oggi scesi ad appena 31.600 del ’16. Un modo, dice ancora per preservare i valori della maggioranza degli olandesi.

Belle parole ma i fatti sono altri: i richiedenti asilo continuano ad arrivare e l’accordo con la Turchia, criticato da molti, non è una soluzione di lungo termine. L’Europa è attualmente impegnata a negoziare con la Libia una soluzione che appare di difficile implementazione. Nel frattempo, il VVD vanta successi la cui portata è, quantomeno, discutibile.

Se è vero che gli arrivi di richiedenti asilo in Olanda, sono stati solo 31.600 lo scorso anno, ciò è in larga parte è dovuto al fatto che i migranti restano intrappolati in Turchia, in Grecia o in Italia. Nel nostro paese, infatti, sono stati quasi 182mila gli arrivi nel 2016 ossia 6 in più rispetto ai Paesi Bassi  ma a differenza di prima, con la chiusura della rotta balcanica e il ripristino dei controlli in Francia e Austria, le responsabilità sono state interamente scaricate sui paesi meridionali.

 

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