Stando ai (discussi) sondaggi di Maurice de Hond, starebbe maturando una rivoluzione tra gli elettori olandesi. Secondo l’ultima rilevazione del sito Peil.nl, infatti, i partiti al potere, i liberali (VVD) e i socialdemocratici (PvdA), perderebbero la maggioranza assoluta alla Camera Bassa.
La loro compagine parlamentare, infatti, crollerebbe dagli attuali 79 membri ad appena 30, 20 per i liberali e 10 per i socialdemocratici. E proprio il PvdA sembra essere il più punito dagli elettori, perdendo il sostegno di oltre il 70% del tradizionale elettorato.
Insomma, come confermato anche dalle ultime elezioni provinciali, il sistema politico olandese potrebbe essere pronto a grandi cambiamenti: le forze politiche tradizionali perdono terreno e voti a favore di quelle estreme.
Da una parte il PVV, guidato dallo xenofobo Wilders, toccherebbe quota 30 seggi, raddoppiando l’attuale numero di deputati e dall’altra la sinistra “radicale”, il post-comunista SP e i rosso-verdi GroenLinks, potrebbero arrivare a 33 membri, 14 in più rispetto alla composizione parlamentare di oggi.
Se i sondaggi (non è sempre il caso) dovessero tradursi in voti effettivi, il sistema proporzionale olandese renderà difficile costruire una salda maggioranza nella camera bassa. Secondo gli intervistati, infatti, le combinazioni più probabili sarebbero due: un governo di destra con il sostegno del PVV a liberali e democristiani, o una coalizione di centro sinistra a trazione verde-rossa.