Il sindacato FNV chiede al governo di cogliere l’occasione della presidenza olandese UE, per affrontare lo spinoso tema dello sfruttamento dei lavoratori comunitari. Lo scorso fine settimana è emerso dalla stampa nazionale che diversi lavoratori romeni, impiegati presso scali e rimesse portuali del paese, venivano retributi 1 euro l’ora, approfittando di agenzie di collocamento a distanza ed altri escamotage. Il meccanismo è ben noto: i lavoratori sarebbero stati assunti dalla filiale romena di un’agenzia di collocamento dei Paesi Bassi, che li avrebbe poi ricollocati sul mercato olandese approfittando di regole europee per sgravi e detrazioni. Secondo il Volkskrant, i salari corrisposti per 56 ore settimanali, sarebbero stati tra i 1600 e i 2200e al mese, somme di gran lunga inferiori a quanto veniva corrisposto nei Paesi Bassi. Le società avrebbero poi, via via rimpiazzato gli olandesi con romeni sotto pagati.
Secondo il sindacato, come riportato dal quotidiano di Amsterdam, “Olandesi e romeni che lavorano nel settore navale sono colleghi, non svolgono attività in competizione e dovrebbero essere retribuiti nello stesso modo”. Den Breejen Work, sarebbe l’agenzia interinale che ha messo in piedi il sistema; i lavoratori vittime di sfruttamento sarebbero stati centinaia. Il cantiere al centro della vicenda è quello di Waterhuizen, nei pressi di Groningen, gestito da una società tedesca. Il ministro degli affari sociali ha annunciato un’indagine.