L’inizio della seconda fase del restauro del capolavoro di Rembrandt La ronda di notte, previsto per la fine dell’estate, è stato posticipato all’inizio del 2021 a causa del Covid-19, ha confermato il Rijksmuseum. Contemporaneamente il museo ha annunciato la pubblicazione della fotografia più dettagliata mai scattata al dipinto.
Il ritardo è stato causato perché il personale che si occupa del restauro in uno spazio strettamente confinato deve comunque aderire alle regole per il distanziamento sociale in vigore per frenare l’espansione del coronavirus. “Il protocollo per lavorare in una camera di vetro è stato rivisto per conformarsi alle linee guida stabilite dal governo e RIVM. Di conseguenza, non più di due persone potranno lavorare contemporaneamente al dipinto” ha sottolineato il museo.
Nel frattempo i restauratori non hanno perso tempo: stanno discutendo da remoto su come procedere per intervenire al meglio sul dipinto.
Il restauro, progettato per essere eseguito sotto gli occhi del pubblico, potrà essere seguito da casa soprattutto quando il museo sarà costretto a ridurre gli ingressi giornalieri. Ma i ricercatori e gli appassionati del dipinto potranno esaminarlo da vicino, anche se virtualmente, fino nel minimo dettaglio.
Il Rijksmuseum ha infatti pubblicato una foto da 44.8 gigapixel, un vero e proprio mosaico di 528 differenti scatti fotografici. “24 file composte da 22 immagini ciascuna sono state cucite assieme digitalmente con l’aiuto di networks neurali” ha spiegato il museo. Inizialmente la foto era stata pensata ad uso esclusivo degli addetti ai lavori per continuare a lavorare a distanza e per monitorare l’invecchiamento del dipinto.
“Il team di ricerca incaricato del restauro de La ronda di notte utilizza le più recenti tecnologie e spinge continuamente i confini di quello che si credeva possibile. La fotografia è una fonte cruciale di informazioni per i ricercatori e i visitatori online possono usarla per ammirare il capolavoro di Rembrandt nei minimi dettagli” ha detto Taco Dibbits, il direttore del museo.
Lo zoom sulla fotografia permette all’utente di visualizzare i più piccoli dettagli del dipinto, fino alle singole macchie di vernice.