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Un gruppo internazionale di scienziati ha studiato un metodo per predire un tipo particolare di tempesta solare. Gli scienziati, compresi quelli belgi, hanno studiato le cosiddette espulsioni di massa coronale (CMEs). Le CME non sono altro che una nuvola di gas ionizzato espulsa dalla superficie solare.
Ciò che rende complessa l’analisi di questo fenomeno è che è “nascosta”. Le CME infatti sono visibili solo tramite i cosiddetti coronografi, disegnati per mostrare la corona solare. Essa si trova nella parte più esterna dell’atmosfera solare, in una regione a campo magnetico più debole.
La ricercatrice dello Space Sciences Laboratory all’università di Berkley, Erika Palmerio, ha poi puntualizzato in un articolo:
Non potendo predire la traiettoria [della tempesta solare, ndr] non si potrà sapere se colpirà la Terra fino a che non sarà troppo tardi.
I possibili danni di una tempesta solare
L’ultima volta che una tempesta solare ha costituito una minaccia per il Pianeta è stato nel 2012. Quell’anno una nube magnetica di decine di migliaia di chilometri ha mancato la Terra. Se un giorno però ci dovessero essere le condizioni per impattarla, disabiliterebbe satelliti, sistemi GPS, macchine a guida autonoma, dispositivi elettronici e binari ferroviari.
Il costo del danno da CME è stimato tra i 500 miliardi di euro e i 2,2 trilioni solo negli USA.
Lo sviluppo di questa nuova tecnologia aiuterà a comprendere subito gli eventuali danni dell’eruzione. In questo modo si potrà perciò limitarli per quanto sarà possibile.