Rappresentante del passato coloniale dei Paesi Bassi, il museo Van Loon di Amsterdam lavora per la creazione sempre più ricca ed estesa di una piattaforma non eurocentrica che possa dar voce creativa a prospettive alternative di artisti e professionisti. In quest’ottica l’estensione fino al 2 Marzo 2020 della mostra Aan de Surinaamse grachten – Van Loon & Suriname (1728-1863).
Attraverso otto personaggi storici, la mostra racconta il funzionamento dell’economia delle piantagioni stabilendo una connessione Suriname-Amsterdam a partire dalla stessa famiglia Van Loon tra il XVIII e il XIX secolo. Si va dai lavoratori-schiavi surinamesi ai ricchi consumatori olandesi, dai Van Loon del passato ai loro discendenti: è la storia che lega e coinvolge in egual modo personaggi tra loro diversi.
Abbandonando una prospettiva eurocentrica della storia, il museo di Amsterdam ha allestito una mostra che è assolutamente dialogica, polifonica, ma, in una certa misura, anche scomoda nel puntare i riflettori su due mondi in cui vige un diverso grado di libertà.
Il direttore Gijs Schunselaar ha così salutato l’esposizione lo scorso ottobre: “Il Museo Van Loon offre un ottimo esempio della ricchezza generata dalla nostra storia coloniale. Se processi paralleli hanno creato una società in cui la possibilità di raccontarsi non è la stessa per tutti, da più parti si sta studiando come si possano gettare collettivamente le basi di una società più integrata. Credo che, in quanto rappresentante del passato coloniale, il Museo Van Loon abbia una responsabilità in questo senso; perciò il museo ha scelto di dedicare almeno metà della sua programmazione ad offrire una piattaforma per le voci e l’espressione creativa che possa contribuire al riconoscimento di prospettive alternative“.
Concetti ribaditi anche dalla co-curatrice della mostra Marian Duff che ha ricordato sia quanto rimasta sorpresa dall’osservare le teste nere sullo stemma della famiglia Van Loon, sia la forte motivazione che ha spinto il museo ha intraprendere un nuovo tipo di narrazione.
L’estensione della mostra è stata decisa a seguito del grande interesse suscitato soprattutto nel sistema educativo. Infatti, molte sono state le visite di classe mosse dal desiderio di aprire discussioni su questo argomento, ampliando le prospettive degli studenti e non solo.
Inoltre, da ora al 2 Marzo, la mostra sarà integrata con i video dei visitatori che decidono di lasciare traccia delle loro storie dopo la visita: in questo modo il cambio di prospettiva spazio-temporale attraverso cui poter pensare e parlare dei rapporti tra Suriname e Paesi Bassi si fa ancora più concreto.