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Durante la seconda guerra mondiale, sono stati in molti a doversi nascondere per non finire in mano ai nazisti. O perchè ebrei, o perchè partigiani, o perchè dissidenti politici… o perchè piccioni.
Una storia poco conosciuta, infatti, è quella della brutta fine fatta da tantissimi piccioni viaggiatori in Olanda negli anni ’40. Una storia che è in parte raccontata da Annegreet van Bergen per l’Historisch Nieuwsblad.
Nel 1940 con una prima ordinanza, i tedeschi imposero il massacro di tutti i piccioni viaggiatori presenti nei Paesi Bassi. Dopo accanite proteste, la misura fu inizialmente ritirata, ma venne reintrodotta nel 1942. Chi disobbediva poteva andare incontro a conseguenze piuttosto gravi, come tre mesi di lavori forzati o addirittura la fucilazione.
Eppure qualcuno ebbe la forza di disobbedire e Hengeloos Jantje, un piccione pluripremiato in vari concorsi, si salvò grazie alla prontezza del suo padrone, Peter, che lo nascose nel fienile. Tagliando le piume al piccione, gli impedì temporaneamente di volare. Hengeloos Jantje sopravvisse alla guerra e invecchiò serenamente.
Anche Gi Joe era piuttosto vecchio quando morì nel 1961 a Detroit. Era uno degli oltre 50.000 piccioni viaggiatori che i militari statunitensi avevano utilizzato durante la guerra. Gi Joe ha salvato la vita di almeno 1000 persone nel 1943. Accadde quando gli americani avrebbero dovuto bombardare un villaggio italiano per permettere agli inglesi di conquistarlo con facilità. I tedeschi, però, si erano già ritirati, quindi il bombardamento non era più necessario. Purtroppo, però, la radio, che avrebbe dovuto avvisare gli americani, non funzionava. Gi Joe allora, da buon soldato, entrò in azione riuscendo a recapitare il messaggio alla base americana in tempo per fermare il bombardamento.
I piccioni viaggiatori hanno giocato un ruolo fondamentale durante la guerra. Ad esempio, non era sicuro per le torpediniere inglesi che operavano vicino alla costa della Normandia usare la radio. Questo è il motivo per cui i piccioni furono fondamentali per lo scambio di informazioni. Quando sbarcarono sulle coste della Normandia nel giugno del 1944, centinaia di piccioni ben addestrati furono usati per comunicare con il comando dell’esercito a Londra. Quando gli Alleati in seguito liberarono parti della Francia e del Belgio, chiesero centinaia di piccioni agli allevatori locali. I piccioni ricevettero l’addestramento d’emergenza e seguirono il fronte che avanzava. Ecco perchè i tedeschi insistettero nel distruggere gli allevamenti.
Le capacità di questi animali sono state sfruttate per secoli. Dagli antichi egizi, ai romani, agli abitanti delle città di Haarlem e Leiden, che furono occupati durante la guerra degli ottant’anni – tutti usavano questi “messaggeri alati” per i loro messaggi. Perfino il Reuters, quando ha iniziato come agenzia di stampa finanziaria, utilizzava ancora piccioni viaggiatori. Le informazioni sui prezzi delle borse di Parigi e Berlino erano in gran parte trasmesse dal telegrafo. Ma non funzionava tra Bruxelles e Aquisgrana ed è per questo che (fino al 1851) i piccioni volarono su quella rotta.
Al giorno d’oggi i piccioni viaggiatori son un hobby per pochi. Jo Smeets, allevatore, dice che: “le persone non hanno più tempo e la disciplina per allevare piccioni”. Nonostante ci siano ancora molte gare, nei media non se ne parla. Le uniche informazioni sulle gare e gli allevamenti le si trovano su internet o su applicazioni in grado di tracciare i percorsi effettuati dai pennuti.