Il Raad van State è stato chiaro: l’assistenza minima ai rifugiati cui viene rifiutata la richiesta d’asilo è, secondo la legge olandese, vincolabile all’accettazione del rimpatrio. Contento forse il governo Rutte, obbligato mesi fa da forti pressioni europee e internazionali a fornire brood-bad-bed (pane, bagno e letto) agli uitgeproceederd, termine con cui nei Paesi Bassi vengono chiamati i richiedenti asilo la cui domanda è stata rigettata. Il BBB, però, era però stato limitato a poche settimane, in sole cinque grandi città e nel centro di Ter Apel, ma soprattuto “incatenato” all’accettazione del rimpatrio da parte dei rifugiati.
In questo contesto, riporta Nu.nl, si inserisce il ricorso di un migrante iraniano che si era rivolto al tribunale di Den Haag per opporsi all’ordine di lasciare l’Olanda. Il tribunale gli aveva dato ragione in prima istanza, con una sentenza che sanciva il diritto di ogni richiedente asilo ad avere brood-bad-bed, in linea con il pronunciamento del Consiglio d’Europa.
Il Ministro di grazia e giustizia Dijkoff, tuttavia, si era opposto alla sentenza e il Consiglio di Stato pochi giorni fa gli ha dato ragione.
Per il governo la sentenza ha più che altro valore simbolico e politico: sancisce quanto meno la volontà del Regno di non allinearsi alle direttive europee e internazionali in materia di rifugiati. Dal punto di vista pratico, però, le conseguenze per il richiedente asilo iraniano saranno comunque minime, poiché il Consiglio di Stato ha aggiunto che il caso deve essere trattato tenendo conto delle condizioni psichiche non ottimali dell’uomo.
Ma la diatriba non finisce qui. L’atteggiamento di alcuni comuni olandesi è infatti più morbido, o semplicemente più pratico, di quello governativo. In alcune realtà locali si è infatti riscontrato che togliere brood-bad-bed ai richiedenti asilo che “non collaborano”, in pratica metterli in strada, non è una soluzione sostenibile. Ancora diversa la situazione di Amsterdam, dove il comune ha deciso di stringere le norme in materia di BBB e dove, da oramai quattro anni, il collettivo di uitgeproceederd Wij Zijn Hier è letteralmente abbandonato al proprio destino perché “non collaborante”.